Riceviamo e pubblichiamo
Dopo NOVE ANNI di cinema nelle strade e nei quartieri
di Torino, ma anche di Bagnolo, di Barge, di Saluzzo, di Fossano, di
Savigliano… Dopo essere riuscite a portare CINEMAINSTRADA nelle
strade e nelle periferie della Repubblica Dominicana e del
Guatemala… Dopo anni di incontri, di ricerca, di scambio, di
condivisione, di invenzione costante per riuscire a proiettare film
da tutto il mondo, in molte lingue diverse, là dove molto spesso
sembrava impossibile, scriviamo questo comunicato per annunciare che
quest’anno, la nona edizione di CINEMAINSTRADA non avrà luogo.
Speriamo in questo modo di poter raggiungere tutte quelle persone
che ci hanno seguito in questi anni e che ci chiedono da tempo se il
Festival si svolgerà. Ci auguriamo inoltre che questo messaggio
possa generare qualche reazione e qualche commento, ma soprattutto
proposte e dibattito.
Nel 2011 il Festival era “saltato” a causa del blocco dei bilanci di
molti enti pubblici. Una situazione di estrema incertezza che non ci
aveva permesso neppure di iniziare ad organizzare il nostro lavoro,
non disponendo di risorse proprie.
Quest’anno la situazione è decisamente cambiata. I finanziamenti
pubblici non ci sono per niente, o meglio: non ci sono per
moltissime iniziative ed associazioni che hanno lavorato
seriamente in tutti questi anni lontane dai riflettori ed in modo
indipendente da qualsiasi protettorato politico. Non ci sono
per un Festival come il nostro, che si muove in zone della città in
cui non sembra importante far arrivare iniziative culturali di un
certo tipo. Zone della città nelle quali un festival per tutti,
all’aperto, con un’offerta cinematografica inedita ed in lingua
originale, attento a coinvolgere la popolazione locale ed i suoi
saperi, a qualcuno sembra assurdo, se non inutile. Evidentemente
sono altre le iniziative che si vogliono valorizzare.
L’anno scorso con un finanziamento di URBAN siamo riuscite a
organizzare l’ottava edizione ma, pur riconoscendo l’importanza di
questo sostegno, le risorse a nostra disposizione sono state
complessivamente inferiori a quelle necessarie. Non è stato infatti
possibile realizzare quel percorso itinerante finora conosciuto che
potesse durare alcuni fine settimana, capace di attraversare diverse
zone della nostra città meticcia e in divenire, con diverse opere
inedite e con la presenza di registi, attori, attrici in strada,
insieme al pubblico.
Un Festival che appartiene soprattutto a tutte quelle persone che
ci hanno aiutato dal 2004 nella realizzazione di un evento
che è sempre stato anche un pò un sogno, proprio perché non
dipendente solo da un finanziamento o da una singola associazione,
ma dalle tante persone che lo creavano partecipando, come soggetti,
alla costruzione della programmazione e dando vita allo spirito di
ogni piazza, di ogni serata.
Ci sembra importante sottolineare che progetti come il nostro
(così come molti altri, in questo paese statico ed in piena
decadenza, prima di tutto intellettuale e culturale) continuano
a trovare pieno sostegno e forte interesse all’estero. Là dove
le iniziative che vengono costruite dal basso e con pochi mezzi,
proprio perché in grado di stare nei territori e di raggiungere la
popolazione, costituiscono punti di forza da incentivare e non certo
elementi di debolezza in quanto non generatori di introiti e
profitto.
A chi venisse in mente di suggerirci qualche virtuoso accordo con
imprese e sponsor privati, a chi afferma che questa è l’unica strada
percorribile, rispondiamo dicendo che ci rifiutiamo di vivere – noi
come associazione (ma crediamo anche molte altre) – di “soli
finanziamenti di privati”, soprattutto per quel che riguarda la
cultura, ma anche la scuola, la sanità, ecc… Come dicono molte
voci (fuori dal coro) di associazioni e gruppi indipendenti e
creativi che continuano a fare cinema, teatro, musica, arte,
riteniamo che il libero accesso alla cultura, ai suoi linguaggi ed
alle sue molteplici forme di espressione, sia un diritto
fondamentale per le persone e per le comunità, così come
l’avere accesso a servizi primari ed essenziali alla vita. Tanto più
in periodi di crisi e disagio dilagante, quando l’economia sembra
poter disporre della vita e della dignità delle persone. Pensiamo
che garantire il diritto alla cultura, come altri diritti
fondamentali, sia una responsabilità strettamente politica, che le
istituzioni pubbliche dovrebbero assumersi, invece di delegarla
alle sponsorizzazioni di imprese private o multinazionali.
Vogliamo concludere con un saluto testardo e un invito a rivederci
il prossimo anno.
Dopo molti anni di duro e perseverante lavoro nostro e di numerosi
collaboratori, non crediate che finisca qui…!
Associazione Culturale “i 313”