Dal 2011 è il gruppo Dreamlight Entertainment della famiglia Chincheré a gestire a Torino le sale dell’ex-circuito Vatel, i cinema Lux, Ambrosio, Greenwich Village e Arlecchino.
Nato come gruppo in Val d’Aosta, in cui opera fin dai primi anni ‘90, il gruppo ha vissuto il momento d’oro per gli incassi rappresentato (come film simbolo e maggiore successo) da “Titanic” e piano piano si sono allargati sulle montagne della regione e ad Aosta. Nel 2004 hanno preso in gestione il Supercinema di Venaria, e due anni fa – dopo il fallimento della precedente gestione – l’arrivo a Torino.
Per capire meglio la situazione delle loro sale, ecco l’intervista a Ugo Chincheré, che con il suo gruppo è il principale gestore cittadino per numero di sale, il totale è 11.
Iniziamo dalla situazione attuale delle vostre sale.
I risultati sono incoraggianti, le presenze sono in crescita e siamo soddisfatti: la situazione non è stata facile per noi, prendendo in gestione i cinema a Torino da ‘esterni’ abbiamo spezzato equilibri storici.
Per quanto rispetto ad altre città – come Milano, o Bologna – qui la situazione sia privilegiata, con ancora tanti cinema in centro attivi, la “torta” del mercato è divisa su troppi cinema.
Descriviamo meglio le singole sale per chi non le conosce.
Iniziamo dall’Ambrosio, di cui ricorre in questo periodo il centenario: pubblico da sempre di qualità, così come quello del Lux, che ha una storia famosissima e dopo il restauro milionario con galleria commerciale di qualche anno fa, e la conseguente suddivisione delle sale, anche il pubblico si è diviso. E’ forse il cinema che oggi mi rende più contento, sono tornate le famiglie e i giovani, è gente che cerca la qualità.
Il Greenwich Village è la multisala di via Po, un cinema diviso in 3 schermi, una sala da sempre molto “universitaria”. E infine, l’Arlecchino, che fa parte del gruppo ma è in gestione a un’altra società, un cinema di quartiere (Crocetta), molto apprezzato in zona, con proposte più acculturate.
Che libertà avete come gestori nella scelta dei film?
Su Venaria e sulle altre piccole sale si propone quello che esce, il calendario è abbastanza semplice da compilare, si segue l’uscita dei titoli più importanti.
Su torino la realtà è molto complessa, le dinamiche cambiano con il passaparola, con i numeri di cinema che danno lo stesso film, a volte a decidere è anche una stellina in più o in meno sul giornale, è molto difficile.
Ci sono stati esempi imprevedibili, come “Cena tra amici” e “Marigold hotel”, che da noi sono durati tantissimo, dei mesi, mentre in generale in Italia non hanno guadagnato molto.
La parola d’ordine oggi sembra essere “multiprogrammazione”.
In questo siamo sempre stati dei precursori, crediamo nella multiprogrammazione da ormai vent’anni e all’inizio ci siamo dovuti scontrare con fortissime resistenze. Oggi lo fanno un po’ tutti, anche i più restii si sono mossi in quella direzione: in questo il digitale è stato determinante.
All’inizio – e anche ora! – abbiamo avvertito un certo snobismo da parte dei noleggiatori, pressioni di vario tipo e diffidenza.
Il vostro parere sul digitale è quindi positivo.
Ci abbiamo creduto da subito, siamo stati il primo circuito ad averlo messo in Piemonte-Val d’Aosta. Già dal dicembre 2010 avevamo completato il passaggio, con un grande investimento che complessivamente ha superato il milione di euro.
Anche se non ha portato un solo euro in più di incasso (la gente non se ne accorge quasi…), per noi è stato una manna e grazie al boom iniziale del 3D siamo riusciti a rientrare della spesa.
Come vede il futuro del cinema?
Per il 2013 Checco Zalone ha salvato la stagione, ma non ci si spiega come mai la gente non venga più (escludendo Torino centro, che rappresenta una felice eccezione).
La “battaglia” nei piccoli centri la vedo male, la gente che va a vedere Zalone poi non torna…
Noi abbiamo un ottimo rapporto con le scuole, continuano a venire “pagando” e questo è un bel sostegno. Davvero non mi spiego il perché del disamore della gente, sicuramente dovuto alla troppa offerta di cinema che arriva da tv satellitare e da internet.
La sala non ha più il monopolio, non sono fiducioso per gli anni a venire.
Noi, comunque, abbiamo registrato un +17% di presenze, ma ci sentiamo come i proprietari di un negozio di ghiaccio quando hanno inventato i frigoriferi!
Noi puntiamo sulla qualità del servizio, non basta più solo buttare la gente dentro la sala, e su tutta una serie di scelte economiche (la tessera Cinepass per abbassare ancora i prezzi già bassi, il popcorn a costi calmierati, …): facciamo il possibile, la gente che viene qui da noi è contenta, speriamo serva.