Tre giorni di proiezioni alla Cavallerizza Reale in occasione della prima edizione di ORIENTAL DESIGN WEEK a Torino: si chiama Asian Movies in the City e offre proiezioni di tre dei principali autori orientali contemporanei.
PROGRAMMA:
MERCOLEDI’ 1 OTTOBRE ORE 21:00 – “La donna di sabbia” (1964) di Hiroshi Teshigahara
Adattamento di un celebre romanzo di Kobo Abe e cupa allegoria della società giapponese del dopoguerra nei primi anni della rinascita economica. Il film tratta problematiche connesse all’affermazione dell’individuo in un contesto ostile, la difficoltà di prendere coscienza del proprio io e dei propri diritti in contrasto con un sistema oppressivo ed omologante.
GIOVEDI’ 2 OTTOBRE ORE 21:00 – “Ashes of time” (1994) di Wong Kar-wai
Opera meno nota dell’eclettica produzione di Wong Kar-wai, tra i registi più rappresentativi del cinema d’autore di Hong Kong.
Un film che tratta l’evolversi in luoghi avversi delle più svariate passioni umane, lo sviluppo di nuovi sentimenti e la scoperta di nuove libertà in ambienti considerati ostili.
VENERDI’ 3 OTTOBRE ORE 21:00 – “Goodbye, Dragon inn” (2003) di Tsai Ming-liang
Film taiwanese di Tsai Ming-liang, capolavoro di un regista che negli ultimi anni ha guadagnato nella visione della critica un saldo posto tra i maggiori cineasti contemporanei a livello internazionale.
Il leit-motiv di questa proiezione è quello dell’arte che nasce o trae ispirazione dalla distruzione, la risposta creativa di un artista ad un problema reale del suo paese. Per Tsai la modernizzazione che ha interessato la struttura urbana di Taipei negli ultimi venti anni è anche una spersonalizzazione su vasta scala, un netto e forzato distacco dal passato e da un più umano sistema di valori.
Il suo film si interroga su questi mutamenti decisivi.
I tre film sono stati realizzati in momenti diversi da registi operanti in tre distinte aree dell’Asia Orientale: il Giappone dei primi anni ’60, Hong Kong negli anni precedenti al passaggio alla Repubblica Popolare e la Taiwan del nuovo millennio. Queste opere sono accomunate dal loro porsi consapevolmente ad una più ampia riflessione sull’arte cinematografica e, in particolare, sulle difficoltà incontrate da molti cineasti con la tradizione dei film di ambientazione storica – in costume (jidaigeki; wuxiapian) che ancora oggi hanno un ruolo importantissimo nelle cinematografie di paesi come Cina e Giappone. Si passerà dal rifiuto della tradizione con la New wave giapponese alla rivisitazione della tradizione con il cinema autoriale di Hong Kong tra anni ’80 e ’90, sino ad arrivare infine al nuovo cinema taiwanese che cerca di superare la dicotomia fra tradizione e sua negazione con un cinema ibrido di grande interesse.
La proiezione di ciascun lungometraggio prevederà un’introduzione da parte di Giulio Tosi, studioso in Lingue e culture dell’Asia Orientale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, amante di cinema e letteratura sino-giapponese.
Sempre in occasione di Asia Movies in the city Mercoledì alle ore 20:00 presentazione del progetto di film-documentario A BITTER STORY e proiezione del teaser.
A BITTER STORY – regia di Francesca Bono
Feng Teng è appena tornato a casa dopo un viaggio in Cina.
Sta per iniziare un altro anno scolastico e, come molti suoi amici, Feng Teng non sa cosa sarà del suo futuro.
Sta per iniziare un laboratorio teatrale e si iscrive insieme ad alcuni amici.
A bitter story racconta la quotidianità di un gruppo di adolescenti arrivati in Italia, a seguito del ricongiungimento familiare, in un piccolo paese ai piedi delle alpi dove i loro padri lavorano la pietra. I protagonisti si muovono tra un passato rappresentato dalla cultura e dalla lingua dei padri ed un presente fatto di giorni che si ripetono tutti uguali in un contesto dove vivono da stranieri nonostante contribuiscano al processo produttivo dell’area. Comune denominatore: la difficile affermazione dell’identità.