SHAKESPEARE & SIGARI
12 studi per personaggi shakespeariani dipinti da Orson Welles
(1969-1970, olio su tavolette di legno, cm 13 x 18)
Esposizione a cura di Bianca Lavagnino e Sergio Toffetti al Museo Nazionale del Cinema
I dodici olii shakespeariani di Orson Welles saranno esposti al piano di accoglienza +0 del Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana, durante il 33° Torino Film Festival (20-28 novembre 2015).
Orson Welles si confronta costantemente con i personaggi di Shakespeare per oltre 40 anni: dalla prima messa in scena radiofonica del Giulio Cesare (1938) alla ricostruzione delle travagliate riprese di Otello in Filming Othello (1978). Shakespeare è stato per Welles fonte di ispirazione anche per la pittura. The Merchant of Venice, film TV girato e “perduto” nel 1969 e recentemente restaurato, mostra Welles, in una scena, intento a realizzare un ritratto di Shylock. Questa testimonianza rinvia a una delle esperienze creative meno conosciute di Orson Welles: la realizzazione di 12 dipinti di personaggi shakespeariani.
A partire dal 1969, Welles progetta Orson’s Bag, serie tv per la CBS, di cui avrebbe dovuto far parte Il Mercante di Venezia, e inizia a dipingere a olio, sul retro delle scatole di legno dei suoi sigari preferiti, i Por Larrañaga, una serie di studi per un’iconografia shakespeariana, oggi conservati nell’Archivio Angelo Francesco Lavagnino, curato dalle figlie Alessandra, Bianca e Judica. Il Maestro Lavagnino, già compositore delle musiche di Othello (1952) e Falstaff (1965), racconta che per aiutare l’amico Orson, travolto da difficoltà produttive, gli propone di realizzare la colonna sonora del Mercante di Venezia, ricevendo in cambio uno di questi quadretti shakespeariani. Welles, forse, ritenne il lavoro di Lavagnino così importante da regalarglieli tutti.
I 12 dipinti comprendono: un Macbeth a figura intera, sovrastato dalla sua inquietante ombra nera sul muro. Un secondo Macbeth è di profilo con a retro la frase: “Macbeth doesn’t seem to have worked – Macbeth non pare che abbia funzionato”: forse una nota di disappunto riferita a difficoltà di avvio della nuova versione televisiva. Più tormentato Othello: il personaggio emerge dalle tenebre, con Welles che scrive: “I hate this Othello, a good deal less than the others…BUT IT MUST FACE JAGO – Odio questo Othello di gran lunga meno di altri… MA DEVE FRONTEGGIARE JAGO”. Un faccia a faccia reso concreto da un’analoga raffigurazione di Jago, mentre Welles osserva: “IAGO I never played him but this half is needed to compile the Othello picture. – IAGO non l’ho mai interpretato ma questa metà è necessaria per completare Otello”. Il Moro di Venezia torna in un primo piano “pop” così presentato da Welles: “Othello as a comic strip – Otello come un fumetto”. Sono quattro, poi, le letture di Falstaff e tre i ritratti di Shylock.
Il riutilizzo delle scatole dei sigari sembra allinearsi alla condizione creativa di Welles, costretto dalle difficoltà economiche a un continuo riciclo di progetti, set, collaboratori e materiali. Come sempre in Orson Welles un enigma svelato ne apre altri da sciogliere, questo aspetto del suo genio invita a continuare le ricerche d’archivio, a caccia di altri esempi della sua poliedrica creatività.
Sergio Toffetti