Torna l’appuntamento con il cinema organizzato dal Goethe Institut di Torino (piazza San Carlo 206), il Goethe Film Forum.
Come il cinema tedesco sta raccontando le recenti migrazioni verso l’Europa è il tema di questo e del prossimo ciclo del Goethe Film Forum. Otto film che cercano di offrire un’alternativa alle narrazioni e alle retoriche che, nell’incalzare della cronaca quotidiana o nelle contrapposizioni del dibattito politico, finiscono per presentare spesso gli odierni fenomeni migratori come un sogno o un incubo hollywoodiano.
La frontiera, i suoi spostamenti e attraversamenti, classico topos proprio del cinema hollywoodiano, è uno dei temi e luoghi ricorrenti dei film di questo primo ciclo, assieme alla figura dell’interprete, chiamata a fare da tramite tra mondi diversi, costretta a volte a difficili scelte e prese di posizione.
Lichter, con cui si apre la rassegna, ambienta l’intrecciarsi corale delle sue storie in un luogo e un tempo situati lungo il confine tra una Germania ormai riunificata e una Polonia non ancora entrata in Europa. Revision parte da un oscuro episodio avvenuto lungo quello stesso confine pochi anni dopo la caduta del Muro di Berlino e, a distanza di vent’anni, con un linguaggio originalissimo e un ritmo mozzafiato, ci conduce a “rivedere” quella stessa storia e i meccanismi che presiedono alla sua costruzione. Zwischen Welten ci porta nell’Afganistan dei giorni nostri, tra le drammatiche contraddizioni che un contingente militare tedesco e un giovane interprete afgano devono affrontare. 300 Worte Deutsch, brillante commedia satirica, racconta il rapporto di amore e odio tra i tedeschi e la maggiore comunità di emigrati in Germania, quella turca, dove è ancora una figura di intermediazione linguistica ad animare la storia, a partire da uno scandalo che coinvolge, nella finzione, il Goethe-Institut di Ankara.
PROGRAMMA (Giovedì ore 18 e 20.45, venerdì ore 10)
27.10 – 28.10.2016
LICHTER [LUCI]
Un gruppo di ucraini è quasi riuscito ad entrare clandestinamente in Germania. È arrivato fino a Slubice, la città polacca, che il fiume Oder separa dalla prima città tedesca oltre il confine, Francoforte sull’Oder, e poi, a poche decine di chilometri, dalle magiche luci di Berlino che costituisce la loro meta. Tra questi luoghi – la nuova barriera che dopo la caduta del Muro separa l’Ovest dall’Est – si intrecciano le storie dei protagonisti di questo film: tentativi rocamboleschi e disperati, complicità insperate, traffici illegali, incontri e racconti di amici e parenti che “ce l’hanno fatta”, amori e lavori precari, in un mescolarsi di lingue (tedesco, polacco e ucraino) volutamente non doppiate nel film. Premio internazionale della critica al Festival di Berlino.
17.11 – 18.11.2016
ZWISCHEN WELTEN [TRA DUE MONDI]
Un giovane afgano il cui padre è stato ucciso dai talebani cerca invano di ottenere dalle autorità tedesche un visto d’ingresso in Germania per sé e la sorella. Gli viene offerto invece un lavoro di interprete per il contingente militare tedesco a Kunduz. Si troverà a dover mediare nei conflitti tra militari tedeschi e gruppi afgani filogovernativi. Girato in Afghanistan, seconda opera della regista del pluripremiato Die Fremde, il film fa emergere le molte contraddizioni di un intervento militare a fini umanitari.
15.12 – 16.12.2016
300 WORTE DEUTSCH [300 PAROLE IN TEDESCO]
Il capo dell’ufficio stranieri di Colonia, visceralmente xenofobo, nutre forti sospetti che l’imam di una moschea cittadina abbia falsificato, con la complicità del Goethe-Institut di Ankara, il test di tedesco sostenuto da un gruppo di donne promesse in sposa ad alcuni membri della comunità turca di Colonia. Ne scaturisce una brillante commedia satirica sulle contraddizioni soprattutto intergenerazionali della comunità di cittadini tedeschi di origini turche alla quale appartiene lo stesso regista.
18.01 – 19.01.2017
REVISION
Nell’estate del 1992 lungo la frontiera tra Germania e Polonia sono stati ritrovati i corpi di due ignoti cittadini rumeni, probabili vittime di un incidente di caccia. Venti anni dopo, partendo da questa vaga notizia, il regista intraprende una ricerca che ci conduce, con un linguaggio originalissimo e il crescendo narrativo di un thriller, attraverso una vertiginosa “revisione” di cosa è accaduto lungo quel confine in questi anni e dei meccanismi che presiedono alla costruzione stessa della storia narrata.