“Sing street” |
Proseguono le proiezioni al cineteatro Baretti (via Baretti 4). Questa sera Portofranco propone alle ore 21 (con replica sabato 17 dicembre, ore 18) TANGERINES di Zaza Urushadze.
Al culmine del conflitto del 1991 tra la Georgia e la Repubblica separatista di Abcasia, una piccola enclave di estoni stanziali è quasi deserta, tranne che per Ivo e Margus, che hanno scelto di rimanere, malgrado gli scontri vicini. Un giorno, la guerra giunge sul loro uscio di casa, lasciandovi due miliziani feriti, appartenenti ad opposti schieramenti. Ivo decide di portarli dentro e mentre si prende cura di loro, scopre quanto siano profonde le cicatrici della guerra. Sarà possibile una pace?
Nel fine settimana (Sabato 17 dicembre, ore 21 – Domenica 18 dicembre, ore 18 e 21) spazio a SING STREET un film di John Carney.
La musica anni ’80 come risposta ad ogni problema.
Conor vive nella Dublino di metà anni ’80, ha 16 anni e un talento nella scrittura di canzoni. L’incontro con l’aspirante modella Raphina, di cui s’innamora perdutamente, lo spinge a fondare una pop band per attirare la ragazza come attrice di videoclip. Nel frattempo il matrimonio dei genitori va in frantumi: saranno la musica, l’amore e l’inossidabile rapporto col fratello maggiore a dare al ragazzo un coraggio che non credeva possibile.
Mentre il Brit Pop esplodeva nel mondo e Londra era the place to be, gli adolescenti e i giovani irlandesi si sentivano inevitabilmente periferici. L’unico sogno era salpare verso la costa inglese e farsi inghiottire dalle bancarelle e dai pub affollati di Camden Town. In quell’atmosfera decadente ma sognatrice, il dublinese John Carney aveva pressappoco la stessa età di Conor. Facile credere che quella chitarra acustica che il ragazzo armeggia ancora insicuro come strumento per non sentire i genitori litigare fosse simile alla sua, così come sua fosse la passione consapevole per il rock esibita da Brendan, il fratellone “filosofo”.
Regista dal pedigree musicale, Carney l’abbiamo amato nelle sue opere precedenti Once e Tutto può cambiare. Carney riesce nel piccolo grande miracolo di comporre un ensemble divertente ed intelligente, ricco di trovate musicali-narrative che fanno il verso a band di culto dell’epoca di cui imita sound e look adattati alla freschezza di simpatici e ingenui teenager. Non a caso il gruppo da loro creato si chiama Sing Street, laddove la strada diventa lo stage primigenio, la loro palestra umana ed educativa.
“I am a Futurist” (Sono un futurista) si ostina a ripetere Conor nelle sue misere “brown shoes”, totalmente ignaro delle connotazioni culturali che si auto-attribuisce, ma è chiaro che lui e i suoi amici pensano oltre e malgrado se stessi a un futuro altrove, certamente diverso dalle famiglie da cui provengono. Sing Street scorre nel suo tempo come meglio non potrebbe, e mostrandoci amori acerbi ma sinceri, speranze intatte e sogni folli, naviga sicuro attraverso le turbolente acque dell’adolescenza. Lodevole il cast, specie il giovanissimo protagonista Ferdia Walsh-Peelo..
Per CINETICA, lunedì 19 dicembre, ore 21, SEI VIE PER SANTIAGO un film di Lydia Smith.
Il film, autobiografico e itinerante, segue da vicino un gruppo di moderni pellegrini che affrontano il viaggio verso Santiago, ognuno con le proprie ragioni, motivazioni e aspettative. Sei persone a confronto, con vite e storie diverse: Misa è una giovane sportiva danese. Viaggia da sola per poter essere più in sintonia con se stessa, ma l’incontro con un ragazzo di dieci anni più giovane cambia radicalmente la sua prospettiva. Sam è brasiliana, ha trent’anni e soffre di depressione. E’ alla disperata ricerca di quella forza interiore necessaria a trasformare la sua vita. Tatiana è una madre single francese di 26 anni che affronta il Cammino per devozione a Dio. La accompagnano Alexis, suo fratello ateo e il figlio di tre anni. Il suo tentativo di trovare un rapporto più alto con Dio è messo a dura prova dai continui litigi con il fratello. Tomas, 30 anni, affascinante ed atletico è abituato ad ottenere ciò che vuole. Deve imparare la perseveranza specialmente quando il dolore aumenta ad ogni singolo passo. Annie da Los Angeles è mossa da ragioni spirituali. Jack e Wayne sono due pensionati canadesi. Wayne, 65 anni, cammina per onorare la memoria della propria moglie e Jack, 73, è il sacerdote che ha eseguito il funerale della moglie di Wayne. Per lui il Cammino è una via verso il futuro. Tutti affrontano il cammino dotati solo di uno zaino, un paio di stivali e, soprattutto, una mente libera e aperta.
E infine, per l’ultimo appuntamento di Portofranco della stagione, martedì 20 dicembre, ore 21
IL NOSTRO ULTIMO di Ludovico Di Martino.
Poetico ed intenso road movie nel quale si racconta di due giovani fratelli, Fabrizio e Guglielmo, che sorpresi dall’improvvisa perdita della madre, decidono di esaudire il suo ultimo desiderio espresso prima di morire: fare un’ultima vacanza insieme. Partono così alla volta della Sicilia con la bara della madre legata al portapacchi di una vecchia utilitaria, per quello che sarà un folle viaggio che li porterà a confrontarsi con la propria precarietà esistenziale e a riscoprire una memoria perduta ormai da tempo. Tra vecchi e nuovi incontri, scopriranno il marciume del loro rapporto e, attraverso l’accettazione della morte della madre, riusciranno a viversi il viaggio come una vera e propria ultima vacanza di famiglia. La morte della madre si rivelerà dunque forse l’ultima possibilità di risanare il loro rapporto e le loro vite.