Il Museo Nazionale del Cinema di Torino celebra gli animali sul grande schermo con una mostra, Bestiale! Animal Film Stars, in programma nell’incomparabile scenario della Mole Antonelliana, dal 14 giugno 2017 all’8 gennaio 2018. La mostra è a cura di Davide Ferrario e Donata Pesenti, con la collaborazione di Tamara Sillo e Nicoletta Pacini.
All’inaugurazione dell’esposizione è intervenuto anche l’australiano John Cox, premio Oscar per la scenografia del film Babe, maialino coraggioso di cui sono esposte alcune teste di pecora realizzate in animatronics.
“Ho una società in Australia specializzata in animatronics, modelli con dentro uno scheletro“, ha spiegato. “Come è nata questa mia passione? Avevo 14 anni e guardavo sempre gli spettacoli serali in tv, i classici del cinema. Una sera vidi il King Kong originale, quello del 1933, e rimasi a bocca aperta! Ecco cosa volevo fare nella vita, ricostruire animali giganti, dinosauri e altro per i film! Non avevo idea da che parte iniziare, ovviamente, e il giorno dopo andai in libreria e iniziai a comprare tutti i libri che trovavo sugli effetti speciali, sul cinema, sulla direzione della fotografia. Iniziai a sviluppare i miei interessi e arrivai a fare il mio primo film in stop motion, a passo 1“.
“Per il mio apprendistato ho iniziato a lavorare costruendo i cosiddetti props, gli oggetti di scena, le copie di tutto ciò che poteva servire in scena (statue, modelli, …). Tutto ciò tra il 1980 e il 1986, ma di quello che ho fatto allora non c’è più traccia, tutto è saltato in aria, appiattito o distrutto in qualche modo durante le varie lavorazioni! Nel 1987 ho avuto la mia prima vera esperienza nel cinema, ho lavorato a uno squalo tigre in animatronics per Ore 10: Calma Piatta con Nicole Kidman. Per un po’ divenni l’uomo degli squali, quattro produzioni diverse con lo stesso compito: capirete perché accettai subito la proposta di Babe, si trattava di animali diversi…”.
“In Babe ho lavorato a stretto contatto con gli addestratori, c’erano moltissimi animali in scena ed era necessario pianificare ogni minimo dettaglio per far funzionare la resa dei dialoghi tra loro. Gli animali in animatronics dovevano fare esattamente ciò che c’era nel copione, simulare i dialoghi e le interazioni tra gli esemplari veri. Le teste di pecora in mostra le abbiamo usate per studiare ogni singolo pezzo di pelliccia degli animali reali, è stato un lavoro complesso“.
“Sono esposti anche altri animali realizzati nel film, ne servivano molti perché sono tante le cose che gli addestratori non possono e non devono chiedere di fare agli animali veri, evitando loro ogni pericolo. Ci sono anche dei video-montaggi del lavoro sul set, in modo da apprezzare tutto il processo del mio compito nel film. Per me è un grande onore esser stato coinvolto in questo progetto torinese!“.