“Ed Wood” di Tim Burton all’aperto il 23 agosto

Mercoledì 23 agosto nuovo appuntamento con il cinema all’aperto a Torino: alle 22 proiezione di “Ed Wood” di Tim Burton da Comodo64, in via Bologna 92/a.

Lo stralunato Ed Wood sa bene cosa significa preoccuparsi di quel che pensa la gente. Appassionato di abiti femminili, li indossa sin da bambino, affrontando sguardi perplessi, cercando di capirne il disturbo e di coglierne il senso, diverso tempo prima che la travolgente passione per il cinema colpisse il suo estro frettoloso. Per questo il giovane regista, attore e produttore della vivace Hollywood degli anni ’50, talmente abituato ad essere guardato e giudicato, non ha paura di sottoporsi all’ennesimo esame del grande schermo. Per il suo esordio al cinema, Wood riesuma dalla bara del dimenticatoio Bela Lugosi, vecchia icona del cinema horror, acerrimo nemico del più amato Boris Karloff. Ha così inizio un travagliato iter produttivo caratterizzato da ispirazioni assurde, stima malriposta e tante delusioni, incapaci però di spegnere un entusiasmo solitario e testardo.
Biopic grottesco e sopra le righe, Ed Wood mette in scena l’affannosa ricerca d’affermazione di quello che è stato definito “il peggior regista della storia del cinema”, titolo postumo che ha agevolato la ridefinizione di una filmografia grossolana, ma attraversata dal coraggio di una creatività spudorata. Tim Burton continua a scrivere omaggi di personaggi emarginati dalle vie della normalità e del socialmente accettabile, ambientando questo racconto di avanguardia e goffe ambizioni all’ombra delle colline di Los Angeles, regno allergico alle mezze misure, dove tutto è bianco e nero, bello o brutto, disperso nel passato o utile a future speculazioni.
Alla rassicurante fabbrica dei sogni, Ed Wood contrappone un’improvvisata industria del terrore da cui nascono storie strampalate e dialoghi assurdi, riassunti nel cult Plan 9 From Outer Space. I mostri non sono solo vampiri e mummie, ma anche tutti quei fantocci e quelle marionette appartenenti al mondo dello spettacolo, personaggi che proprio non riescono ad essere persone. Così star della tv, wrestler e presunti divi, vanno a comporre un collage distorto, mosso dalle mani di un burattinaio eclettico, col dono della spavalderia e il merito del rischio.
In questo elogio della bruttezza, Tim Burton si mimetizza col suo protagonista (lontano anni luce da Orson Welles) e come lui rievoca con nostalgia un cinema passato, identificandosi in quest’uomo incompreso attraverso un esperimento metatestuale sulla repulsione delle definizioni. Ed Wood gioca con i generi, sessuali e cinematografici, e riscopre con stile compiaciuto la necessità di andare oltre i canoni, per abbattere gli argini dell’abitudine e del pregiudizio, per dedicarsi a quel diletto istintivo che, anche senza talenti sconfinati, è possibile definire “arte”.

Entrata libera con tessara Comodo 64