I prossimi cine-appuntamenti al Baretti

Ecco i prossimi cine-appuntamenti al Baretti.

Torna dal 5 ottobre al 15 novembre CROCEVIA DI SGUARDI, la XIII edizione della rassegna di documentari e approfondimenti per capire le migrazioni.
Quattro appuntamenti al Baretti: si inaugura il 5 ottobre con THE GOOD POSTMAN, ai confini dell’Europa, film bulgaro di Tonislav Hristov del 2016. Si prosegue il 12 ottobre con UN PAESE DI CALABRIA, più di un Sud, film di Shu Aiello e Catherine Catella del 2016. E poi ancora il 19 ottobre con INFLUX, Italia allo specchio, un film di Luca Vullo del 2016. Sarà presente in sala il regista. E per finire con gli appuntamenti nella nostra sala il 9 novembre ci sarà ALS PAUL ÜBER DAS MEER KAM, in collaborazione con il Goethe Institut di Torino per il focus sulla Germania come Paese ospite.
Ingresso  libero fino ad esaurimento dei posti disponibili – Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano

Nel fine settimana: sabato 7 ottobre, ore 21, e domenica 8 ottobre, ore 18 e 21, è in programma GLORY, NON C’E’ TEMPO PER GLI ONESTI di Kristina Grozeva e Petar Valchanov.
La lotta di un onesto ferroviere per riavere indietro un suo vecchio orologio, insieme alla sua dignità
A volte un oggetto ha un valore che va al di là della sua materialità. E’ il caso del vecchio orologio di Glory che il protagonista Tzanko (Stefan Denolyubov) ha ricevuto da suo padre e che usa per svolgere al meglio il suo lavoro da ferroviere. Finchè un atto di estrema onestà (la restituzione di un’ingente somma di denaro trovata sui binari del treno) non lo obbligherà, per un’assurda combinazione di eventi, a separarsene. Per lui, divenuto riluttante simbolo di onestà nelle mani del Ministro dei Trasporti, recuperare il Glory diventerà anche un modo per recuperare la propria dignità di uomo.
In molti hanno paragonato lo stile di Kristina Grozeva e Petar Valchanov, già autori apprezzati per The Lesson del 2014, a quello dei fratelli fratelli Dardenne. Vedendo Glory, se ne comprendono le ragioni. I registi raccontano la loro vicenda tragicomica con sguardo documentaristico, lo stile è asciutto e immediato. Le scene si susseguono l’una dopo l’altra con precisione millimetrica. La sensazione è che non ci sia neppure un momento sprecato né un dialogo di troppo. La concatenazione degli eventi cela colpi di scena e sorprese a ripetizione, frutto di uno script ben calibrato e originale.
Man mano che la storia avanza, il mood lieve e ironico di Glory si rovescia nel suo opposto dando vita a momenti di grande intensità drammatica. Lo humor si fa più nero e cattivo, mentre ogni minuto che passa diviene sempre più chiaro che il lieto fine, in questo universo caustico e privo di empatia, non è qualcosa di dovuto. La fiaba di Tzanko si trasforma in un incubo kafkiano, ma lui non si dà per vinto. L’uomo solo contro il sistema è un tema che era stato già affrontato, ma la ricchezza di Glory deriva proprio dal taglio scelto dai suoi autori e dalla loro capacità di mantenere un distacco ironico sulle miserie umane alle prese con le storture del passato e del presente.


Inizia anche Portofranco, decima edizione: martedì 10 ottobre, ore 21, con replica sabato 14 ottobre, ore 18, c’è POLYTECHNIQUE di Denis Villeneuve.
Basato sulle testimonianze dei sopravvissuti al dramma consumatosi all’Ecole Polytechnique di Montréal il 6 dicembre del 1989, il film racconta i tremendi fatti di quel giorno attraverso gli occhi di Valérie e Jean-François, due studenti che videro la loro vita messa a rischio quando un estraneo si introdusse nella scuola con il proposito di uccidere quante più donne possibile.
Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2009 ha vinto nove Premi Génie, tra cui quelli per il miglior film e la miglior regia.

Nel fine settimana successivo: sabato 14 ottobre, ore 21, e domenica 15 ottobre, ore 18 e 21, L’ORDINE DELLE COSE di Andrea Segre.
Un viaggio attraverso le condizioni esistenziali di chi migra e di chi si trova a confrontarsi con il fenomeno delle migrazioni.
Se la legge e il senso comune contrastano tra loro, è possibile sovvertire L’ordine delle cose? La domanda tormenta il povero Corrado (Paolo Pierobon), un alto funzionario del Ministero degli Interni italiano specializzato in missioni internazionali contro l’immigrazione clandestina. A lui viene affidato il delicato compito di arginare i viaggi illegali dalla Libia verso l’Italia, conciliando la realtà di un Paese attraversato da profonde tensioni intestine, la Libia post-Gheddafi, con gli interessi italiani ed europei. Corrado fa il suo lavoro, e lo fa bene come al solito: stringe mani, incontra colleghi italiani e francesi (tra i quali Luigi, Giuseppe Battiston), si muove tra le stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. Ma commette un errore imperdonabile. Si lascia coinvolgere nelle vicende personali dell’ostinata Swada, una donna somala che sta cercando di scappare dalla detenzione libica e di attraversare il mare per raggiungere il marito in Europa. La missione di Corrado, incentrata sui numeri e non sulle persone, apre al lato umano della questione. La storia di Swada sfiora la coscienza dell’irreprensibile funzionario, adesso combattuto tra l’adempimento del suo dovere e l’istinto di aiutare qualcuno in difficoltà.