È in programma in questi giorni al cinema Massimo di Torino Agenda Brasil, rassegna dedicata al cinema brasiliano. Tra gli ospiti dell’evento la regista Lucia Verissimo, qui al suo esordio dietro la macchina da presa – dopo una lunga carriera come attrice – per raccontare in “Eu, Meu Pau E Os Cariocas” la carriera del padre, il celebre cantante Severino Filho, e del suo gruppo, gli Os Cariocas. L’abbiamo intervistata.
Quando e perché ha deciso di raccontare questa storia, con cui ha esordito alla regia?
Avevo già una sceneggiatura pronta per un film (che tra l’altro sarà quella del mio prossimo lavoro) quando la mia migliore amica, la giornalista Cristiana Mesquita mi disse: perché non fai un film sulla storia incredibile di tuo padre?
Nello stesso momento telefonai a mio padre e gli dissi “Papà, farò un film su di te”.
Mio padre è molto complicato sotto vari aspetti e uno di questi è quello di avere una memoria molto corta. Ma mio padre, mio zio e Os Cariocas meritavano che la loro storia fosse raccontata.
I materiali di archivio erano tutti suoi? Come li ha cercati?
Gli archivi fotografici, i giornali e le riviste erano al 90% dell’archivio personale. Mia madre è praticamente una bibliotecaria, tutto il materiale pubblicato su mio padre, mio zio e Os Cariocas è stato minuziosamente catalogato con date, luoghi e mezzi di divulgazione.
Per i film è stato un po’ più difficile. Ho cercato dove stava ciascun film, a chi apparteneva, e negoziare i loro diritti è stato molto faticoso. Uno dei film più utilizzati è stato comprato qui in Italia dalla Surf Filmes.
Ha scoperto qualcosa che non sapeva?
Sì, ho scoperto molte cose che non sapevo. Ed è stato incredibile. Ma lo è stato molto di più per quello che gli intervistati mi raccontavano che per il processo di ricerca.
La storia degli OS CARIOCAS è molto intrecciata a quella del Brasile, al periodo della dittatura e alla sua fine. Come è stato vivere quegli anni e come ha deciso di raccontare questo aspetto?
Gli anni di piombo di quel periodo di dittatura è stato terribile per tutti gli artisti e per la mia famiglia. Il nostro telefono era censurato e imparare a capire cosa si poteva dire e cosa no è complicato. Un mio zio fu arrestato e accusato di agire contro il Governo. Mio padre entrò in depressione, si chiuse in sé stesso e la bossa nova passò il suo periodo peggiore. Quindi per la nostra famiglia fu un periodo terribile.
Non potevo non parlare di questo periodo, perché in primo luogo il percorso narrativo del film passa dalla politica. Una frase di Tom Jobim dice “Tutta la musica è il riflesso della sua epoca”. E se voglio raccontare una storia basata su questa affermazione, non potevo lasciare fuori nessun momento politico del paese. E dato che mio padre soffrì molto per questa situazione, non potevo non parlarne. Ora è importante ricordare ai brasiliani (quelli che hanno la memoria molto corta) l’orrore di quegli anni, e il film diventa una bandiera di quello che si preannuncia in queste prossime elezioni: una dittatura può essere sia di destra che di sinistra. E’ molto triste la situazione del Brasile in questo momento.
Questo film alla fine non è solo un film sulla nostra memoria, ma anche di allarme per il futuro.
Quali lavori nel suo futuro?
Continuerò a fare la regista. Non mi vedo più come interprete. Questo non vuol dire che ho abbandonato completamente l’essere un’attrice ma per tornare ad esserlo dovrei trovare un personaggio eccezionale tanto quanto la storia raccontata.
Ho già due sceneggiature pronte per essere dirette e una che sto girando.
Il film Usufruto (Usufrutto) è pronto e il mio desiderio era girarlo qui in Italia. L’altra sceneggiatura che è in lavorazione voglio sia girata in parte in Portogallo, dato che si tratta di uno dei membri della famiglia reale portoghese che poi diventò la monarchia brasiliana. Sono molto ansiosa di iniziare a girare….