Lunedì 3 dicembre alle 21,15 al cinema Esedra (via Bagetti 30) Distretto Cinema organizza la presentazione del film “I Villani“, regia di Daniele De Michele, prodotto da Malìa con Rai Cinema. Dopo il successo ottenuto alla 15ª edizione delle Giornate degli Autori alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Daniele De Michele presenta il suo documentario a Torino. Ambasciatore del cibo italiano nel mondo, De Michele, conosciuto come «Donpasta», ha prima portato “I Villani” al Seattle Film Festival il 9 novembre e all’Ambasciata di Washington il 12 novembre (Istituto Italiano di Cultura, Giornata di apertura della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo). Il 9 dicembre sarà invece alla 14ª edizione de “Les Rencontres du Cinéma Italien” a Tolosa.
Si parte da un concetto: la cucina popolare italiana, amata e imitata in tutto il mondo, sta morendo. Ma in tanti provano a salvarla. Il film racconta l’incontro con quattro personaggi sparsi in ogni angolo d’Italia, uomini e donne, del Nord e del Sud, che nel loro lavoro quotidiano resistono a un modello gastronomico e culturale uguale in tutto il mondo.
Quattro “villani” che parlano di agricoltura, pesca, allevamento, formaggi e cucina familiare. Quattro personaggi che nel loro fare quotidiano rappresentano la sintesi delle infinite resistenze e reticenze ad adottare un modello gastronomico e culturale uguale in tutto il mondo. Quattro personaggi con le loro famiglie per poter verificare se la cucina italiana sia ancora un patrimonio vivo, se il passaggio di informazioni tra generazioni esiste ancora, se la cucina italiana così come l’abbiamo ereditata si salverà o scomparirà.
Moltissime le tematiche messe in mostra ne “I Villani”, ma sicuramente uno dei tratti che unisce i vari personaggi raccontati è la loro umanità nell’intendere il cibo come atto non prettamente alimentare, ma sociale, non decontestualizzato quindi dalle problematiche della vita, figlio di un sapere collettivo e da cui non si può prescindere, pena la sua estinzione.
Ha detto il regista: “Questa gente mi raccontava il suo stare al mondo, il suo rapportarsi alla terra e alla storia del luogo che le aveva dato nascita. Era in questo intessersi delicato, talvolta ironico, talvolta doloroso tra i racconti intimi del loro vissuto e il loro cucinare con perizia, intelligenza, senso dell’osservazione che veniva fuori il senso più profondo della cucina italiana: il suo essere saggia, gustosa, parsimoniosa, rispettosa dei prodotti della terra e del mare. Questa gente mi mostrava in quei gesti sicuri di quanto la modernità andasse in conflitto radicale con quella cultura. Per questo il film arriva alla fine di un lungo periodo di ricerca, dopo il quale voglio finalmente poter vivere del tempo con le persone che questa lunga ricerca mi ha dato la possibilità di scoprire. E’ come se fin qui le avessi sfiorate, gustate. Ora ho voglia di stare con loro e con loro far crescere la narrazione e il significato. Dentro di me e verso il pubblico”.
Biglietti 6 euro. Ridotto a 5 per universitari, 4 per over 65.