“VR Free” a Venezia 76, il corto torinese è in concorso

Torino a Venezia 76 c’è: nel concorso Venice Virtual Reality (sezione lineare) alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è presente anche “VR Free“, diretto da Milad Tangshir e prodotto a Torino da Valentina Noya con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, di cui più volte abbiamo parlato nel recente passato.

Un progetto nato alla fine del 2017 da un’idea del regista. “Mi interessava – racconta – confrontarmi con delle nuove domande dal punto di vista linguistico e processuale. Perciò ho pensato alla realtà virtuale come un nuovo medium, in cui potevo fare delle considerazioni riguardo il linguaggio visivo. Fortunatamente, nello stesso periodo è uscito un nuovo bando della Film Commission Torino Piemonte per le opere in nuove tecnologie. Il timing sembrava giusto: ho studiato numerosi lavori in VR e la cosa che mi è interessato di più era il potenziale del nuovo mezzo per trattare il concetto dello spazio”.

IL CONTRIBUTO DELL’AMNC

L’AMNC e in particolare Valentina Noya da anni lavora con il mondo del carcere, in particolare con l’organizzazione del festival LiberAzioni: l’arte dentro e fuori dal carcere da lei diretto. “Prima che accogliessi l’interessantissima proposta di Milad – che mi è parsa fin da subito un’idea preziosa, profonda e a tratti geniale per il suo livello metanarrativo – lo conoscevo e lo stimavo come autore”, spiega Noya.

Per entrambi è stato un primo approccio con il VR. “Prima di questo progetto non avevo indagato molto la realtà virtuale”, svela il regista, mentre la produttrice racconta aver sempre “creduto molto nel potenziale delle tecnologie applicate alla sfera sociale e artistica: da anni ormai studio e lotto nel mio piccolo, nelle mie attività di formazione più o meno informale, per l’utilizzo di metodologie visuali partecipative per auscultare comunità, minoranze e problematiche sociali con il video partecipativo”.

Importante citare il resto della troupe di “VR Free”: “Con Stefano Sburlati abbiamo fatto tanti test nei spazi diversi per capire come avrebbe reagito la camera nei diversi luoghi del carcere. Con Vito Martinelli abbiamo pensato a uno suono spazializzato che porta una nitidezza e una iperpresenza sonora in modo da aumentare l’immersività dell’esperienza”. La seconda operatrice VR è stata Marta Lombardelli, “una videomaker di 27 anni, talentuosa, professionale e con un’energia pazzesca”, il direttore di produzione Daniel Coffaro e Jacopo Ficulle, che si è occupato della realizzazione del “flat” teaser.

“Questo progetto è nato sotto una buona stella”, aggiunge Valentina Noya. “Mi sembra che possa finalmente camminare sulle sue gambe da solo. Oltre a Venezia, stiamo ricevendo altre risposte da festival internazionali a cui lo abbiamo iscritto. Gestiremo la cosa con la dovuta cautela perché il giro-festival è un po’ come giocare a Tetris”.

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