“Martin Eden” di Pietro Marcello

Prendere un romanzo iconico, simbolo per generazioni di lettori della passione lacerante per la conoscenza e dei danni che può provocare esaudire i desideri agognati con tutte le proprie forze, titolo tra i classici della letteratura statunitense di inizio ‘900 firmato da Jack London (in modo quasi autobiografico): queste le premesse del lavoro realizzato da Pietro Marcello, che porta il suo “Martin Eden” a Napoli a metà del secolo scorso, alle prese con la volontà di migliorare la propria cultura per essere appetibile agli occhi della bella Elena, sorella di un ragazzo da lui casualmente salvato una notte al porto.

Da quell’incontro in Martin la forza della conoscenza, la bellezza della lettura, il fascino del sapere diventano una forza che non riesce a limitare, essendone completamente travolto. L’amore lo ispira, i libri lo portano a diventare – in una progressione rapidissima – una versione migliore di se stesso: a furia di leggere vorrà testarsi nella scrittura, contro tutto e tutti ne farà la sua missione in attesa di un successo che gli pare inevitabile debba arrivare. Quando otterrà quel che spera, capirà molto altro su sé, sul mondo, sull’accettazione da parte degli altri, sul destino…

Impresa quasi impossibile quella tentata dal regista campano, che realizza uno dei suoi sogni e rende il film (sua prima vera esperienza nella finzione) un tassello di svolta nella propria carriera. Tornano infatti alcuni suoi punti di forza (lo sguardo attento e prossimo agli ultimi, l’uso sagace e a tratti sfrontato dei materiali d’archivio) e sono presenti in forme diverse le tre opere principali della sua carriera (“Il passaggio della linea” con il treno, “La bocca del lupo” con il porto di Genova e “Bella e perduta” con la bufala).

Un’opera cardine che non ha, non può avere la forza dirompente dell’opera narrativa: l’impeto che muove Martin lo si vede ma non lo si “sente”, accade che il protagonista inizi la sua trasformazione ma non si percepisce la spinta che lo muove (mentre London su carta prende alla gola il lettore e lo porta via con sé…). Per il resto, esemplare è il lavoro di attualizzazione dei discorsi politici e sociali del romanzo, la critica all’individualismo estremo e alla ricerca assoluta dell’autoaffermazione.

Luca Marinelli è Martin Eden, profondamente calato in una parte complessa da affrontare: fisicamente trasformato, credibile (per i non napoletani, per lo meno…) nel dialetto, trasfigurato nella seconda parte (girata da un differente direttore della fotografia), quando è ormai uno scrittore di successo.

LA SCHEDA

Martin Eden
Diretto da Pietro Marcello
Nazionalità: Italia
Anno: 2019
Durata: 129′
Genere: Drammatico
Cast: Luca Marinelli, Carlo Cecchi, Jessica Cressy, Denise Nardisco, Vincenzo Nemolato

Sinossi. Dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, giovane rampollo della borghesia industriale, il marinaio Martin Eden viene ricevuto in casa della famiglia del ragazzo e qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, e se ne innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un’ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin insegue il sogno di diventare scrittore e – influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden – si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e con il suo mondo borghese…