La trama alla base di “Ira“, terzo lungometraggio diretto dal regista torinese Mauro Russo Rouge è semplice da riassumere.
Un ragazzo incontra una ragazza. Lui lavora ai mercati, lei invece è una prostituta di strada. Tra i due nasce una fortissima complicità. Sullo sfondo, una metropoli fatiscente e desolata.
Da queste poche righe si dipana un ritratto di coppia che segue il ritmo della vita, le sue curve, i suoi stop, le sue ripartenze, le sue difficoltà. “Il film nasce senza nessuna idea, tantomeno una sceneggiatura. Ho cominciato a seguire i due protagonisti, prima singolarmente, poi insieme. Strada facendo è nata la storia“, ha sinceramente confidato il regista.
“Ira” è un film piccolo (di dimensioni produttive, di durata, non certo di ambizioni e idee), che prova a inquadrare il flusso delle cose. Lo fa stando appiccicato ai suoi protagonisti, mai – o quasi – riconoscibili dai dettagli in primissimo piano, le loro nuche/i loro occhi/le loro mani/le loro gambe…
Minimalismo portato allo stremo, una scelta forte e divisiva che va rispettata.
LA SCHEDA
Diretto da Mauro Russo Rouge
Nazionalità: Italia
Anno: 2019
Durata: 83′
Genere: Drammatico
Cast: Samuele Maritan, Silvia Cuccu
Sinossi. Un ragazzo incontra una ragazza. Lui lavora ai mercati, lei invece è una prostituta di strada. Tra i due nasce una fortissima complicità che li condurrà a compiere un gesto estremo. Sullo sfondo, una metropoli fatiscente e desolata. Ira è un aggettivo con un significato molto forte. Non rappresenta solo ed esclusivamente lo stato d’animo di questi due ragazzi, ma fa da specchio riflettente di un certo malessere generazionale.
(recensione precedentemente pubblicata su Cinemaitaliano.info)