Lunedì 18 novembre alle ore 20.30, mercoledì 20 alle ore 16.00 e giovedì alle 18.30: tre proiezioni in programma al cinema Massimo per la versione appena restaurata de “La donna che visse due volte” di Alfred Hitchcock.
“Nell’odissea dello spazio e del tempo, miseri amanti, immersi nella spirale di una città, San Francisco, vivono nel desiderio sempre umiliato di un paradiso terrestre impossibile” (Maurizio Del Ministro).
Capolavoro tra i capolavori hitchockiani degli anni Cinquanta, di tutti il più esistenziale: sotto la vernice del Technicolor serpeggia il senso del disagio, dell’umana inadeguatezza, della ragione inservibile, delle passioni inutili, d’una tristezza che Truffaut arrivò a chiamare necrofilia.
“Perché ci si insinua un sospetto: forse il solo amore eterno di cui siamo capaci è quello per chi non ci appartiene più. L’amore che non muore è l’amore per un fantasma” (Gianni Amelio).
Il cinema, ovvero rendere tangibili le regole dell’attrazione: per il vuoto, per la schiena di Kim Novak bordata di seta verde.