Amos Gitai sarà protagonista a gennaio a Torino grazie al Museo Nazionale del Cinema, che ospiterà il regista israeliano con una retrospettiva e una Masterclass in programma alla Mole Antonelliana nell’ambito degli eventi per Torino Città del Cinema 2020.
Già nel 2012 il Museo propose una retrospettiva su Gitai, di cui questa è una sorta di ideale completamento: “In programma – spiegano dal Museo – i suoi ultimi film, mai usciti in Italia, che mostrano, ancora una volta, il senso di fare cinema da parte di un regista “che ha fatto del suo cinema uno strumento politico di conoscenza e di pensiero”. Il suo sguardo, sempre al confine tra finzione e documentario, non smette di interrogare le vicende, lontane e presenti, che coinvolgono Israele nelle sue complessità culturali, filosofiche, economiche, sociali, politiche”.
La Masterclass con Amos Gitai è prevista martedì 28 gennaio alle ore 18.00, nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. La partecipazione è gratuita ma esclusivamente su prenotazione. Sarà sufficiente inviare una e-mail a: programmazione@museocinema.it segnalando nome e cognome, matricola e corso di laurea. Saranno accolte le prime 120 richieste.
Prima della proiezione del 28 gennaio, è inoltre in programma la presentazione del libro “Storia di una famiglia ebrea” di Efratia e Amos Gitai (Bompiani) alla presenza di Amos Gitai e di Elena Loewenthal, curatrice dell’edizione italiana.
IL PROGRAMMA
Sabato 25, h. 20.30 – Lunedì 27, h. 18.00
Tsili (Israele/Russia/Italia/Francia 2014, 88’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Tsili è una giovane donna fuggita ai rastrellamenti nazisti. Riparata nella foresta intorno a Černivci, costruisce un nido di rami e foglie in cui si accomoda molto presto Marek, ebreo come lei, in cerca di rifugio. Fino a quando la ragazza corre verso la liberazione con gli ebrei diretti alla volta del mare e della Terra promessa. In ospedale, insieme ai sopravvissuti ai campi di concentramento, Tsili racconterà la sua storia di abbandono e di speranza dentro un mondo che sembra averla smarrita per sempre.
Domenica 26, h. 15.30 – Lunedì 27, h. 20.30
Rabin, the Last Day (Israele/Francia 2015, 153’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Sabato 4 novembre 1995, Tel Aviv: il primo ministro Yitzhak Rabin viene colpito da tre proiettili al termine di un grande comizio politico. L’assassino è un giovane colono della destra nazionalista ebraica determinato a far fallire il processo di pace con i palestinesi e il film si concentra su questa tragica giornata. Realizzato in occasione del ventesimo anniversario della morte, il film ricostruisce i fatti con filmati d’archivio dell’attentato e dei momenti immediatamente successivi, gettando luce su una crescente crisi dell’odio che affligge l’odierna società israeliana.
Domenica 26, h. 18.15 – Venerdì 31, h. 20.30
A Letter to a Friend in Gaza (Israele 2018, 34’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Grazie a testi di Mahmoud Darwish, S.Yizhar, Emile Habib, Amira Hass e Albert Camus, Amos Gitai struttura un j’accuse molto diretto alla politica del governo israeliano nei confronti dei palestinesi. Ispirandosi ad Albert Camus, che tra il 1943 e il 1945 pubblicò una serie di lettere rivolte a un immaginario amico tedesco, Gitai decide che, come regista e cittadino, avrebbe cercato di avviare il dialogo e convincere le persone ad ascoltarsi a vicenda.
Domenica 26, h.18.50 – Venerdì 31, h. 21.05
Ana Arabia (Francia/Israele 2013, 85’, DCP, col., v.o. sott. it.)
Una giovane giornalista, Yael, si reca in un quartiere, tra Jaffa e Bat Yam, in cui israeliani e palestinesi convivono. Ha sentito parlare di una donna ebrea che, sopravvissuta ad Auschwitz, aveva sposato un arabo ed era andata a vivere lì. Yael, nella sua visita, ascolta ciò che il marito Youssef ha da raccontarle e raccoglie anche le testimonianze di parenti e conoscenti. Il tutto in un unico piano sequenza di 85 minuti.
Martedì 28, h. 21.00 – Mercoledì 29, h. 18.30
West of the Jordan River (Francia/Israele 2017, 84’, DCP, col., v.o. sott.it.)
Amos Gitai torna per la prima volta nei territori occupati da quando ha realizzato, nel 1982, il suo controverso documentario Field Diary. A bordo di un’auto, il regista viaggia attraverso la Cisgiordania raccogliendo testimonianza degli sforzi dei cittadini israeliani e palestinesi per cercare di superare le conseguenze di cinquant’anni di occupazione, ma anche le dichiarazioni di politici e giornalisti israeliani sul futuro della Cisgiordania, occupata appunto da Israele sin dal 1967.
Mercoledì 29, h. 20.30 – Venerdì 31, h. 18.30
A Tramway in Jerusalem (Israele 2019, 94’, DCP, col., v.o. sott. it.)
A Gerusalemme, il tram collega diversi quartieri, da est a ovest, registrandone varietà e differenze. Il film raccoglie un mosaico di esseri umani di questa città che è anche il centro spirituale delle tre grandi religioni monoteiste: ebraismo, cristianesimo e islam. Osserviamo la vita quotidiana di questo paesaggio umano, una serie di incontri che avvengono sulla linea rossa della tramvia, dai quartieri palestinesi di Shuafat e Beit Hanina di Gerusalemme est fino a Mount Herzl a Gerusalemme ovest. Al termine della proiezione del 29 gennaio, incontro con il regista Amos Gitai.