Nuova puntata di Registe (a Torino): ospite Diana Dell’Erba.
Dopo molti anni da attrice ha allargato il suo interesse a tutta la “macchina cinema” fino ad arrivare alla regia con “Registe” (disponibile su Prime Video): come mai questa scelta?
Il mondo della recitazione è uno splendido cappello magico all’interno del quale si trovano divertimento e leggerezza ma anche ricerca personale e introspezione… io sono stata fortunatissima perché ho incontrato “casualmente” sul mio cammino maestri straordinari che concepiscono la recitazione come un’arte capace di trasformarci e donarci le fondamenta per la realizzazione di una vita piena, autentica. Ma all’inizio, questo cappello si è scontrato con la chimera della superficialità in cui purtroppo spesso si trova la produzione italiana e come unica “soluzione” mi è apparsa quella di continuare l’indagine e allargare lo sguardo all’intera macchina.
Quando ha deciso che era pronta a esordire alla regia? Come ha “imparato” il mestiere?
A volte la vita ti pone davanti a un susseguirsi di coincidenze che ti spingono con forza a intraprendere un viaggio. Il mio interesse a esplorare l’intera macchina di produzione si è unito alla tesi di laurea sul cinema firmato al femminile, un desiderio di riscatto con radici femministe e l’idea di elevare il mestiere di regista a simbolo… tutto ciò mi ha portato alla realizzazione di Registe.
Ci parli del suo esordio alla regia, emozioni e ricordi dal set.
Registe è stato un viaggio straordinario perché per me straordinaria, non ordinaria, è l’idea che “ognuno di noi possa lavorare per diventare il regista -l’artefice- della propria vita” e perché donne straordinarie sono le registe che ho avuto l’onore di incontrare. Donne uniche, fuori dal comune che, in modi diversi, hanno vestito i panni di guerriere per perseguire i loro sogni. Il più grande insegnamento del set è stato questo: non importa come sarà il viaggio, l’importante è quanto riuscirai a tuffartici dentro.
Come mai il tema di “Registe” l’ha appassionata? Da allora non ha più diretto, come mai?
Non esiste tema che mi appassioni di più della crescita/realizzazione personale. La nostra società è ossessionata dall’insegnamento di nozioni, date, informazioni ma nessuno ci insegna come sviluppare i sensi, gestire le emozioni, superare traumi, essere propositivi o individuare i temi importanti che ci piacerebbe esplorare nella vita…
Registe è stata una scusa per indagare il favoloso mondo della realizzazione di sé, magari prima o poi arriverà il momento di esplorare il tema da un altro punto di vista.
In queste settimane complicate è riuscita a lavorare su nuovi progetti? Di cosa si sta occupando in questo periodo?
Seppur dispiaciuta per la tanta sofferenza e confusione che si è diffusa, per me il lockdown è stato un grande dono: la conferma di quanto sia importante fare silenzio, fermarsi, scendere dentro se stessi, rimettere tutto in discussione e abbracciare la complessità della vita… da un punto di vista pratico mi ha permesso, insieme al team della casa di produzione L’Altrofilm (www.altrofilm.it), di riprendere in mano una straordinaria follia, “Dante’s Project”: la prima lettura integrale della Divina Commedia recitata, terzina per terzina, da migliaia di persone. Una realizzazione simbolica dell’opera simbolica per eccellenza. Un’impresa titanica che chiede alle persone di riprendersi recitando una terzina dantesca che noi gli assegniamo. Un modo per unire le forze e sostenersi a vicenda ad affrontare al meglio la “selva oscura” nella quale spesso ci troviamo.
Ci fosse qualcuno interessato a unirsi al viaggio…