Da Bussoleno a Roma (passando per il Belgio): intervista ad Alessandro Tonda

Classe 1982, Alessandro Tonda da Bussoleno, in Valsusa, si è trasferito a Roma nel 2004 per cercare di “fare cinema”, rispondendo a una vera e propria vocazione. In queste ore si appresta a presentare il suo film d’esordio alla regia, “The Shift“, in concorso alla Festa del Cinema di Roma e a portarlo poi dal 5 novembre in sala in tutta Italia grazie a Notorious, che ha anche prodotto il tutto (AGGIORNAMENTO: USCITA ANNULLATA).

«A otto esami dalla tesi ho lasciato l’università (studiavo Scienze dei beni culturali, a Torino) per spostarmi a Roma, promettendo ai miei che prima o poi avrei concluso quel percorso… A Roma ho frequentato la NUCT – Nuova Università del Cinema e della Televisione, che ho finito nel 2006. Non sono più andato via da Roma, però: alla fine del primo anno ho girato un corto che ha vinto un premio collaterale a Venezia, questo mi ha fatto notare e appena conclusi gli studi un mio docente, che lavora come organizzatore sui set, mi propose di iniziare la gavetta come secondo assistente alla regia per una fiction Rai, “Ultima Frontiera”. Ero sulla terrazza della casa dei miei, a Bussoleno, quando mi ha chiamato: ho chiuso il telefono, fatto le valigie e sono partito subito! Da lì è iniziato tutto».

Da allora sei passato da un set all’altro, per fiction e cinema, alternando ruoli da “secondo” a “primo” assistente alla regia, e poi da aiuto-regista: cosa significano queste diciture, in pratica? 

«Il reparto regia è molto gerarchico, con il regista ovviamente come “punta” di una piramide. Dipende anche da quanto sono grandi i set e le produzioni, ma di solito alle prime esperienze inizi come “2° assistente alla regia”, il gradino più basso in cui però hai già responsabilità “alte”. Nulla si deve inceppare: devi gestire gli attori, accompagnarli sul set, fare essenzialmente il jolly sempre pronto a tutto e anche in grado di osservare il lavoro degli altri.
Poi se tutto va bene dopo qualche set inizi a lavorare come “1° assistente”, lì senti l’avanzamento di grado, ti tocca controllare e far funzionare tutto ciò che è dietro la macchina da presa, monitorare anche cosa servirà nei giorni successivi e fare in modo che ci sia (la prossima settimana servirà una certa apparecchiatura? Se non arriva in tempo, la colpa è tua!).
Dopo diversi anni di gavetta nel 2012-2013 ho iniziato a lavorare come aiuto-regista, una enorme responsabilità: devi avere tutto il film sotto controllo, ogni reparto deve stare nei tempi. Anche la messa in scena ti riguarda, spesso: ci sono registi che amano concentrarsi sull’inquadratura, o sugli attori principali. E allora tu, aiuto-regista, ti devi occupare della scena in generale, delle figurazioni, dei loro movimenti…».

Sfogliando il tuo curriculum, nei vari ruoli si legge davvero tanta varietà: dai film di Aldo Giovanni e Giacomo a “Suburra”, dalle fiction Rai alle pubblicità. 

«Ho imparato qualcosa in ognuna di queste esperienze. La cosa bella di questo lavoro è che esistono meccanismi standard, regole base che sono valide ogni volta, ma poi ogni set è diverso, anche quelli che “sembrano” facili possono nascondere sorprese, affinano la tua capacità di rielaborare in corsa… E poi è un lavoro che ti permette di conoscere persone nuove, vivere in posti diversi: lo definisco un “gioco per cui sei pagato”».

Ora sei pronto a mostrare la tua opera prima da regista, dopo alcuni cortometraggi (tra cui il premiato “The Bookmakers” con Salvatore Esposito e Pina Turco). 

«Per mia indole personale ho sempre amato l’aspetto pratico di questo lavoro, volevo fare la gavetta per sapere di cosa si stava parlando. Ma ho anche sempre sentito forte l’esigenza di esprimermi: quando ho capito di avere un’idea forte, ho cercato con tutte le forze di fare questo salto. “The Shift” racconta la storia di due giovani terroristi, Eden e Abdel, che irrompono in una scuola di Bruxelles per compiere una strage di coetanei.
L’idea mi è nata in testa all’indomani degli attentati a Parigi del novembre 2015: se fosse capitato a me? E se fossi stato tra le vittime, cosa avrebbe provato la mia famiglia? Il copione è scritto insieme a Davide Orsini: non è un film che abbia la pretesa di dare delle risposte su un argomento così ampio e delicato, bensì una storia che affronta il tema osservandolo da vicino, guardando dritto negli occhi di un giovane perso in un percorso folle e di una donna attaccata alla vita».

“The Shift” esce in Italia il 5 novembre, ma il 22 ottobre lo si potrà già vedere alla Festa del Cinema di Roma. 

«Sento che si tratta di un “passo grosso”: non ho mai avuto paura di affrontare la mia prima regia, ero tranquillo grazie all’esperienza maturata negli anni, sentivo anche di avere uno scheletro saldo su cui potermi appoggiare, la sceneggiatura mi ha aiutato. Ho avuto poi la fortuna di trovare una produzione/distribuzione come Notorious, che mi ha scelto e ha scommesso su questa cosa. Non è da tutti: se si deve dare fiducia a giovani autori, magari con piccoli film e piccoli budget, è più semplice. Ma in questo caso si tratta di un film di genere e – lo ammetto – abbastanza pretenzioso, pensato con l’intenzione di voler guardare al mondo, di non chiudersi al mercato italiano, di essere un vero film “europeo”.
Della Festa di Roma ho scoperto dalla conferenza stampa: la felicità è enorme, ma c’è anche grandissima paura! Avremo un riflettore enorme puntato contro: siamo aperti alle critiche… ma è indubbio che ti esponi tantissimo.
Il Covid ha rallentato tutto, eravamo pronti da tempo per l’uscita e un po’ mi sono “dimenticato” di avere fatto questo film da regista: sono rimasto, come molti, a casa senza lavoro per mesi, ho una figlia di un anno e mezzo e quindi in queste settimane dalla ripresa ho dovuto concentrarmi sul lavoro (ora sono sul set di una fiction per Cattleya, ad esempio), “annullandomi” come regista e tornando sui set altrui per mantenere la mia famiglia.
Il 22 ottobre cosa mi aspetterà? Non ci sto pensando, di sicuro il giorno prima non dormirò! Poi il 5 novembre il film esce in Italia, e anche se date ufficiali non ci sono per l’estero sicuramente uscirà in Belgio, poi vedremo…