Intervista a Chiara Bellosi, regista di “Palazzo di giustizia”

Martedì 20 ottobre alle ore 21,15 al cinema Fratelli Marx la regista Chiara Bellosi presenterà al pubblico “Palazzo di giustizia”, il suo esordio nel lungometraggio girato lo scorso anno a Torino, sostenuto dalla Film Commission Torino Piemonte e in uscita dal 22 nei cinema di tutta Italia. Il film racconta alcune vite legate da un processo per rapina: in aula si discute il caso, nei corridoi i parenti di tutti i protagonisti attendono.

Dopo diversi mesi di attesa il film finalmente arriva in sala.

«Finalmente! Doveva uscire a marzo, poi per tutti c’è stata una grossa sospensione del tempo e ora mi sembra un po’ come se si fosse risvegliato da un lungo sonno. L’emozione è molto forte, anche perché arriverà la reazione della nostra cultura e del nostro modo di vedere le cose sul tema del film, sono curiosa».

Palazzo di giustizia” affronta il tema della legittima difesa, senza schierarsi e senza giudicare: come ha mantenuto il giusto equilibrio?

«Facendo delle scelte precise in fase di scrittura, definendo in modo chiaro che c’erano un dentro e un fuori. Dentro l’aula governano regole precise su cosa si può fare e cosa no, nei corridoi c’è una libertà molto diversa e su questo contrasto mi sono concentrata. Abbiamo seguito le precise procedure che regolano i processi e poi dato a ogni personaggio il giusto spazio: stiamo con ognuno di loro fino in fondo, senza giudicarli, gli stiamo accanto e non li guardiamo mai “da fuori”».

Il cast è composto da giovani attori, alcuni già con importanti esperienze alle spalle e altri esordienti: come lo ha costruito e come ha lavorato con loro?

«Abbiamo fatto una ricerca molto lunga: tutti gli attori sono stati scelti perché ai provini avevano mostrato qualcosa che mi incuriosiva, ho capito che avrebbero aggiunto qualcosa di loro al personaggio, facendoli così diventare qualcosa di più rispetto a ciò che avevo scritto. Le due attrici esordienti, Sarah Short e Bianca Leonardi (entrambe torinesi), mi hanno illuminato.

Tutto il cast è stato molto insieme, volevamo che acquisissero la giusta familiarità, abbiamo fatto di tutto per metterli a loro agio e questo è servito molto per il bene del film».

Il film è stato girato a Torino, con un grande lavoro di ricostruzione delle scenografie.

«Verissimo! Il film è ambientato in una generica città del Nord Italia. Io vivo a Milano, le mie ricerche sul campo le ho fatte quindi lì ed è stato poi difficile trovare una location per il film che corrispondesse all’architettura razionalista di quel Palazzo di Giustizia, che volevo conservare perché è imponente, fa sentire presenza dello Stato. A Torino, all’interno dell’ex-ospedale dei Poveri Vecchi abbiamo trovato le volumetrie giuste – e le capacità dei professionisti – per ricostruirlo al meglio».

Dalle riprese è passato molto tempo, in questi mesi ha iniziato a lavorare su altro?

«Sì, in tutti questi mesi ho lavorato ad altri progetti, ma sono ancora in una fase di scrittura senza una linea precisa. Sarà comunque un nuovo film, un’altra “storia inventata” da me».