Quattro ragazzini vivono per strada e cercano di sopravvivere come possono, tra qualche furtarello, qualche progetto impossibile e tanti sogni a occhi aperti. Un giorno Ali, il più influente del gruppo, riceve una proposta da un malvivente locale a cui ha fatto uno sgarro: tutto perdonato se partecipa a un piano, la ricerca di un tesoro nascosto nei cunicoli che si trovano sotto a una scuola, la Scuola del Sole, nata per dare sostegno e formazione a ragazzi come loro. Il gruppetto accetta, si iscrive e inizia una doppia vita tra i banchi e le cantine, tra i libri e i tunnel, tra sorprendenti scoperte (chi ha il dono della matematica, chi forse trova uno sbocco per il suo talento sportivo) e amare verità.
Majid Majidi ha più volte dimostrato nella sua carriera l’interesse e il talento nel raccontare storie di bambini, e con “Figli del sole“, presentato in concorso a Venezia 2020, torna ai suoi temi e costruisce una storia che se non ha il merito dell’originalità o guizzi particolari (lo scavalcamento collettivo delle mura come unica eccezione, oltre alle belle riprese sotterranee) funziona in ogni suo aspetto, dalla scelta di casting (i bambini, non solo i quattro protagonisti principali, hanno i volti giusti e sono magnificamente diretti) al crescendo di tensione, che non banalizza i temi ma sostiene il procedere del racconto.
Ha dichiarato lo stesso regista: “Volevo fare un film divertente, energico, gioioso, pieno di avventura e coraggio, che mostrasse quanto siano capaci, pieni di risorse e resilienti questi bambini. Per affrontare temi cupi come il lavoro minorile serve empatia e umorismo, per questo ho deciso di creare un’avventura pericolosa alla ricerca di un tesoro. La parola “tesoro” emoziona tutti e significa qualcosa di diverso per tutti, perché è una speranza inaspettata di trovare qualcosa di speciale, di magico“.
Raccontato dal punto di vista dei ragazzi, con gli adulti visti quasi tutti come elementi estranei se non avversi (solo il maestro prova, maldestramente, a mettersi al loro livello), “Figli del sole” è un nuovo capitolo della lunga filmografia iraniana con al centro i più giovani, e ne aggiorna – ma nemmeno troppo – le problematiche rispetto ai lavori degli anni ’70 di Kiarostami, per limitarsi all’esempio più noto. Chi è avvezzo al genere, forse non sarà abbastanza soddisfatto. Per chi non lo è, potrebbe essere una chiave d’accesso agevole e preziosa ad un mondo narrativo da esplorare. (Articolo di Carlo Griseri)
LA SCHEDA
Diretto da Majid Majidi
Nazionalità: Iran
Anno: 2020
Durata: 109′
Genere: Drammatico
Cast: Ali Nasirian, Javad Ezzati, Tannaz Tabatabaie
Sinossi.Il dodicenne Ali e i suoi tre amici lavorano sodo per sopravvivere e sostenere le proprie famiglie, tra lavoretti in garage e piccoli reati. Con un colpo di scena quasi miracoloso, ad Ali viene affidata la responsabilità di recuperare un tesoro nascosto sottoterra. Il giovane quindi recluta la sua banda, ma per ottenere l’accesso al tunnel i bambini dovranno prima iscriversi alla Sun School, un istituto di beneficenza volto a formare ragazzi di strada e bambini lavoratori, situato vicino al tesoro nascosto.