Dopo l’inaugurazione in musica, prendono il via al Festival Cinemambiente, dal secondo pomeriggio di lunedì 6 giugno, le proiezioni nelle sale.
A dominare la giornata è la sezione non competitiva Made in Italy. Inaugurata lo scorso anno, la vetrina dedicata al cinema ambientale nazionale si è consolidata velocemente, come attestano le numerose iscrizioni pervenute al Festival, e in quest’edizione spazia, con generi e formati diversi, tra una gran varietà di temi attraverso 33 titoli tra corti, medi e lungometraggi, che ricomprendono sia film dal vero, sia film d’animazione.
Due i titoli proposti in successione a partire dalle ore 18 (Cinema Massimo – Sala Rondolino). Cosa c’è di strano in tutto questo?, di Mauro Bartoli, è un ritratto di Ivan Fantini, chef che avrebbe potuto continuare una carriera di successo nell’olimpo della ristorazione, e invece si è dato alla ricerca di una cucina più vera, sostenibile e naturale, abbandonando la grande distribuzione e optando per i prodotti recuperati dallo scarto. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista e Ivan Fantini, protagonista del film. Speck. Un destino cambiato, di Martina Scalini, ci porta all’interno di un allevamento intensivo di maiali, attraverso la telecamera nascosta tra i bottoni della giacca del protagonista impegnato in un’indagine sotto copertura: un viaggio in uno di quei luoghi che in Italia sono lontani dai centri abitati, invisibili ai più e non sempre accessibili, e dove si entra in un mondo di brutalità quasi irreale. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.
Dalle ore 19.30 il cartellone presenta un’altra coppia di titoli (Cinema Massimo – Sala Rondolino). Plastic War, di Catia Barone e Leonardo Lo Frano, prodotto da Rai Documentari, è un viaggio tra le lobby del “materiale del secolo”, gli interessi delle grandi aziende, lo scempio ambientale, l’inganno del greenwashing: un intreccio che produce profitti di 840 miliardi di euro nel solo mercato europeo della plastica e del suo indotto, una guerra che si combatte anche nelle stanze di Bruxelles, ma che appare persa sulla spiaggia di Castel Volturno, da anni immortalata nel suo degrado dal fotografo campano Giovanni Izzo. La proiezione sarà seguita da un incontro online con l’autrice Catia Barone. TerrEmoticon, di Paolo Pisanelli, segue il percorso teatrale con cui gli studenti dell’Istituto Superiore De Gasperi – Battaglia di Norcia hanno messo in scena la propria drammatica esperienza di vivere in luoghi dove la terra trema. Il testo nasce dai messaggi WhatsApp che i ragazzi si sono scambiati nell’ottobre tragico del 2016: una rielaborazione che traspone l’evanescenza di una comunicazione rapida e iconica in una dimensione creativa di teatro e di cinema di comunità. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Nel tardo pomeriggio prende il via anche la sezione non competiva Panorama, che quest’anno presenta 12 lungometraggi, perlopiù inediti in Italia e in arrivo da molteplici nazioni. Il primo in cartellone è il danese Solutions (ore 18.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Pernille Rose Grønkjær, reportage di un incontro che ha visto per dieci giorni scienziati e specialisti di fama internazionale riuniti nel deserto del New Mexico per discutere dei problemi più urgenti del Pianeta. Studiosi di discipline ambientali, economiche, politiche, esperti di social media, istruzione, tecnologie legate all’intelligenza artificiale si sono confrontati su nuovi paradigmi e soluzioni per rendere più sicuro il futuro dell’umanità in un ambizioso think tank a cui la regista ha avuto accesso esclusivo prima del blocco mondiale per la pandemia. Al termine della proiezione gli studenti di EACT – Laboratorio di Comunicazione Ambientale del Corso di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, Università di Torino, intervisteranno la regista (online).
In serata s’inaugura il Concorso documentari, che quest’anno presenta 9 titoli ed esplora il tema ambientale sotto una varietà di profili — naturalistico, politico, sociale, economico – in grado di rendere evidenti le connessioni sempre più profonde e inscindibili tra lo stato del Pianeta e ogni aspetto della vita di quanti lo popolano. Primo film in gara, A Thousand Fires (ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), del regista palestinese-britannico Saeed Taji Farouky, ci porta in Myanmar, dove i coniugi Htwe Tin e Thein Shwe estraggono a mani nude il petrolio da un pozzo scavato nel terreno intorno alla loro casa: uno dei tanti giacimenti “artigianali” diffusi nella regione di Magway, che hanno indotto gli abitanti ad abbandonare il lavoro nei campi nella speranza, spesso illusoria, di guadagni maggiori e di un futuro migliore per i loro figli. La proiezione sarà seguita da un incontro online con il regista.
Sempre in serata, la sezione Made in Italy riprende alle 21.30 (Cinema Massimo – Sala Rondolino) con altri due titoli. Chiamo, nessuno risponde, di Davide Demichelis, ci porta in una delle valli più selvagge e affascinanti del Piemonte. Nella conca di Elva, in alta Val Maira, incontriamo Franco Baudino, 73 anni, da sempre montanaro per scelta, che racconta il suo amore per la montagna e la sua gente, le storie di un tempo e le tradizioni di una terra abbandonata da quelli della sua generazione, ma forse, chissà, domani ripopolata da quanti faranno scelte diverse. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.
Be(e)ing Alive, di Vincenzo Notaro, è il racconto di un anno di pandemia, in cui il pensiero umano interroga il presente, il corpo è costretto a rimanere chiuso in casa, gli esseri umani si scoprono fragili, mentre le api, connesse alla natura, sciamano nei campi e continuano il loro lavoro incessante per mantenere in vita il nostro Pianeta. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.