Andrea Renzi: “Recitare in Santa Lucia un’esperienza unica”

Martedì 8 novembre alle 21 il regista Marco Chiappetta e l’attore Andrea Renzi saranno presenti al cinema Massimo per parlare con il pubblico in sala del loro “Santa Lucia“, interpretato anche da Renato Carpentieri e distribuito dalla torinese Double Line. Il film racconta la storia di uno scrittore cieco che dopo molti anni di esilio in Argentina torna a Napoli per la morte della madre e intraprende col fratello musicista un viaggio della memoria nei luoghi della sua giovinezza che non può più vedere, alla ricerca del vero motivo del suo addio.

Abbiamo intervistato Andrea Renzi, che proprio da martedì 8 sarà a Torino anche a teatro con “Ferito a morte” diretto da Roberto Andò, al Carignano.

Che esperienza è stata recitare in questa opera prima? 

«Con Marco c’è stata una bellissima collaborazione fin dall’inizio, ci ha colpito la storia che aveva ideato. Aveva, anche stilisticamente, le idee molto chiare: il film è impostato su molti piani sequenza che per me e Renato erano un’opzione gradita come tipo di riprese. Il carattere del mio personaggio si definisce nella relazione, sono due fratelli agli antipodi: lui è uno scrittore di successo, io costeggio il dolce far niente, non sono un fallito ma un incompiuto. Il personaggio ha una leggerezza dentro di sé, un amore per il suo quartiere, per le piccole cose molto belli, ma è appunto un incompiuto. E’ la prima volta che mi capita di poter tratteggiare un personaggio così. E’ stato anche complesso non spiegare da subito la sua natura, ci sono dei segnali nella sceneggiatura che spesso vengono colti a ritroso, sono quasi nascosti per assecondare una sensazione quasi da giallo, in un certo senso».

Lavorare con Renato Carpentieri è sempre speciale. 

«Io e Renato ci conosciamo da molti anni, abbiamo condiviso negli anni spettacoli teatrali e tante discussioni. Al di là di quello che era il testo e di quello che si dicono i fratelli nel film, noi due abbiamo cercato di far trapelare la nostra intimità, il ritrovarsi dopo tanto tempo. Abbiamo potuto sfruttare la nostra conoscenza durante le riprese per dare qualcosa in più al film».

Napoli sta vivendo un periodo d’oro. 

«Abbiamo vissuto l’esperienza del contagio pandemico, possiamo dire che Napoli sta vivendo un periodo di contagio creativo! Nel corso degli anni le felici esperienze di Martone, Capuano e ovviamente Sorrentino hanno contagiato le generazioni successive, hanno spinto a emulare i loro percorsi dando il segno concreto che era possibile emergere, con il lavoro e con idee interessanti. E’ una cosa che si avverte, anche in questo film c’era una squadra tecnica molto giovane, Napoli vive un momento di creatività che supera alcuni problemi strutturali della città che sono innegabili».

Alla Festa di Roma è stato presentato anche “La cura”, altro film napoletano, altro film molto particolare. 

«Essendo impegnato a teatro non ero a Roma e non ho ancora visto il film, ma è stata un’esperienza di set molto molto bella, Francesco Patierno ha un modo di preparare gli attori alla ripresa molto personale. Il film mischia poi la finzione de “La Peste” di Camus con quello che stava accadendo intorno a noi per la pandemia, si mescolano la realtà della troupe e quella del testo, si doveva creare un clima tra gli attori particolare, con poco spazio a ripetizioni. Francesco era molto teso a cogliere quell’accadimento reale tra di noi, è stato davvero unico come modo di approcciare un film!».

E nel prossimo futuro dove la vedremo? 

«Per ora a teatro. Per Andò interpreto Massimo De Luca, alter ego di Raffaele La Capria, che nel 1961 con questo romanzo vinse il Premio Strega. E’ uno spettacolo corale ma il mio personaggio è una specie di protagonista, a lui si affacciano le memorie degli amori adolescenziali, delle amicizie giovanili… Devo tessere questo flusso di coscienza attraverso le sue meravigliose parole, è un’orchestrazione di ricordi, immagini, suoni e luoghi della Napoli legata alla collina di Posillipo dove è cresciuto La Capria. A seguire sarò sempre a teatro, da febbraio insieme a Lunetta Savino ne “La Madre” di Florian Zeller. Per il cinema sono finalmente usciti tutti i film fatti durante il complicato periodo pandemico, c’è un altro progetto in corso ma è prematuro parlarne…».

Santa Lucia” è al cinema Massimo fino a mercoledì 9 novembre con spettacoli alle 15.45, alle 17.15 e alle 21 (mercoledì invece gli spettacoli saranno alle 15.45, alle 17.15 e alle 18.45).

Intervista a cura di Carlo Griseri

Santa Lucia film di Marco Chiappetta