Cinemambiente, il programma di venerdì 9 giugno

Giornata fitta di appuntamenti al Festival Cinemambiente, che, rinnovando la sua collaborazione con Casacomune scuola e azioni – nata nel 2019 dal Gruppo Abele e Libera –, si apre con una mattinata di riflessione su un tema reso attuale dalle enunciazioni di Papa Francesco. Nell’incontro “Dalla transizione alla conversione ecologica” (dalle ore 9.00, Fabbrica delle “E”), relatori di diversa formazione e di diverso ambito di ricerca discuteranno della necessità, a fronte della gravità della crisi ambientale, di una vera “conversione” ecologica intesa come un’acquisizione di consapevolezza in grado di aprire la via a un nuovo modo di vivere, di consumare, di rapportarsi con gli altri, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso e che siamo interdipendenti tra noi, così come siamo dipendenti dalla nostra madre Terra. All’incontro interverranno: Mirta Da Pra, giornalista di Casacomune, Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente, Angelo Tartaglia, ingegnere nucleare e fisico, membro dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (ore 9.30), Chiara Giaccardi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università Cattolica di Milano (ore 10.15), Carlo Petrini, sociologo e fondatore di Slow Food (ore 11.00), Leonardo Boff, teologo e scrittore brasiliano (ore 12.00), Luigi Ciotti, fondatore di Gruppo Abele, Libera e Casacomune (ore 12.45). Al termine della mattinata, verrà proposta la seconda edizione del pranzo “buono con le persone giuste” (ore 13.30), preparato in parte grazie ad un contributo di Nova Coop Soc. Coop. e in parte servendosi di eccedenze alimentari, provenienti dall’invenduto di alcuni grandi supermercati: un momento di condivisione, per ridurre lo spreco, per valorizzare le diverse culture e colture e per rilanciare il valore sociale del cibo.

Nel pomeriggio le proiezioni si avviano con due titoli della sezione Made in Italy che riflettono sulle potenzialità e le difficoltà del mestiere di agricoltore oggi. La terra mi tiene (ore 17.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Sara Manisera, racconta la storia di chi sta provando a dare vita a nuove forme di economia civile e di agricoltura che rispettino i diritti delle persone e, al tempo stesso, l’ambiente in cui viviamo. Seguendo lo sviluppo di un chicco di grano, il film intreccia due storie nel cuore del Cilento: quella di Ivan, laureato in filosofia, che decide di dedicarsi all’agricoltura, e quella dell’anziana Teresa, che, emigrata da giovane in Germania, torna a curare la sua terra. Al termine della proiezione incontro con la regista. In Sorta nostra (ore 17.00, Cinema Massimo – Sala Soldati) di Michele Sammarco, i due protagonisti, Michele e Maria, che hanno fatto i contadini per ottant’anni, riflettono sul destino dei campi, di cui nessuno si occupa più. Alberi secolari hanno il destino segnato, le olive mature restano sul terreno. Anche il clima che cambia non aiuta. Il loro mondo sembra ormai appartenere a un passato lontano. Al termine della proiezione incontro con il regista.

In parallelo il Festival propone un titolo della sezione non competitiva Panorama, Matter Out of Place (ore 17.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), dell’austriaco Nikolaus Geyrhalter, dedicato al problema dei rifiuti, che ormai invadono ogni luogo del Pianeta. Dalle montagne della Svizzera alle coste della Grecia e dell’Albania, dall’Austria al Nevada, le immagini della “materia fuori posto” denunciano un flagello contro cui ogni giorno ricomincia la lotta: ma differenziare, incenerire, triturare, seppellire sembrano fatiche di Sisifo e la quantità globale di rifiuti continua nascostamente a crescere. Verso sera, ancora nella sezione Made in Italy, con la proiezione in anteprima del film Piero Gilardi (ore 19.00, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Daniele Segre, il Festival rende omaggio al maestro torinese scomparso nel marzo scorso, tra le figure più note dell’arte contemporanea mondiale. Nel raccontare lo scultore dei Tappeti Natura, il fondatore del Parco Arte Vivente di Torino, così come l’animatore culturale militante che conduce esperienze di creatività collettiva in svariate periferie delle città e del mondo, il film, realizzato nel 2018 ma mai proiettato prima, segue il filo di una coerenza rara, destinata a segnare sino alla fine un percorso umano e artistico altrettanto raro. Di Piero Gilardi viene sottolineata, soprattutto l’“essenza” di maestro, la capacità di trasferire la sua arte a tutti con semplicità estrema, il suo essere – come ricorda Daniele Segre – “un artista umile, straordinario, leale, visionario e determinato a portare avanti il suo progetto politico e culturale nonostante tutto e tutti”. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista Daniele Segre e il critico d’arte Roberto Mastroianni.

In parallelo, il Festival rende omaggio a Victor Kossakovsky, a cui va quest’anno il Premio Stella della Mole green, con la proiezione di Gunda (ore 19.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), il film più recente realizzato dal regista russo, senza parole e senza umani perché i protagonisti sono, principalmente, una scrofa con i suoi piccoli e i loro sentimenti. In opposizione a un condizionamento culturale che ci induce a ignorare la sensibilità degli animali e a considerarli solo una risorsa utilitaristica, Gunda racconta, con una potenza visiva unica, come non siamo l’unica specie in grado di provare emozioni, avere coscienza o volontà. Prodotto da Joaquin Phoenix, il film è stato definito da Paul Thomas Anderson “cinema puro, ciò a cui tutti dovremmo aspirare come filmmaker e come pubblico”. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista, che al Festival terrà anche una masterclass (sabato 10 giugno, ore 10.00, Il Circolo dei lettori) rivolta a professionisti e appassionati.

In prima serata, riprende la sezione Made in Italy, che presenta due film dedicati allo stato del territorio in luoghi diversi della Penisola. Montanario (ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Eleonora Mastropietro, è frutto di un anno di osservazione della funivia posta sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, luogo brulicante di attività, nel quale la macchina, gli operai e gli utenti sono gli attori principali di uno spettacolo progettato per superare i limiti della natura. Tra immagini estreme e spettacolari di un paesaggio che in alta quota è in continuo mutamento, il film esplora il rapporto fra tecnologia, turismo e alpinismo, modernità e ambienti naturali, rappresentazione ed esperienza. Al termine della proiezione incontro con la regista. Rumore (ore 20.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), di Luana Giardino, è girato, invece, nella zona del monte Magnodeno, appartenente alle Prealpi Orobiche, sottogruppo del Resegone, situato nella provincia di Lecco, dove tre cave tagliano la montagna. Di fronte ad un cambiamento drastico del paesaggio, dettato da forti interessi economici, il cortometraggio, nato nell’ambito della partecipazione attiva della regista al Comitato Salviamo il Magnodeno, racconta, attraverso la performance di una camminata silenziosa, un luogo antropizzato da fissare nel ricordo. Al termine della proiezione incontro con la regista.

Sempre in serata, nella sezione del Concorso Documentari, si affronta il tema della crisi ambientale sotto il profilo politico con To the End (ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), in cui la statunitense Rachel Lears racconta la storia di quattro sue giovani connazionali di alto profilo – la deputata dem Alexandria Ocasio-Cortez, la fondatrice del Sunrise Movement Varshini Prakash, la direttrice di Justice Democrats Alexandra Rojas e l’esperta di politica climatica Rhiana Gunn-Wright – protagoniste della battaglia per il Green New Deal. Dalle proteste in strada alle aule del Congresso, il film documenta il loro impegno per trasformare la crisi climatica nel progetto di una società migliore, di cui giustizia razziale ed economica siano parte integrante. La proiezione sarà seguita da un incontro online con la regista.

In seconda serata il Festival dedica un omaggio alla società di produzione torinese Legovideo, che, fondata da Luca Pastore e Alessandro Cocito nel 1984, ha chiuso i battenti alcuni mesi fa, dopo quasi 40 anni di attività. Il Festival la ricorda con la proiezione speciale di LEGOVIDEOinBVU (ore 22.30, Cinema Massimo – Sala Soldati), film di montaggio di Alberto Ruffino, che lo ha realizzato nell’ambito di una ricerca più ampia di recupero e rielaborazione della memoria video condotta in sinergia con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Concepito come un trittico in split screen, il documentario ripropone i materiali girati in U-MATIC / BVU, formato di registrazione usato dalla società fino ai primi anni 90, in cui rientra la serie dei famosi Intervalli italiani realizzata per RaiTre, spiazzanti e caustiche “cartoline animate” di paesaggi urbani e rurali antitetiche alle classiche “belle vedute” fino ad allora mostrate dalla tv di Stato. La proiezione, organizzata in collaborazione con Archivissima – Il Festival e La Notte degli Archivi, sarà seguita da un incontro con il regista, Luca Pastore e Alessandro Cocito (Legovideo).