Attore, regista, autore, produttore e ora anche (auto)distributore: l’impegno di Mauro Loverre per il cinema è a 360 gradi, la sua dedizione ammirevole e il suo percorso artistico da non sottovalutare. Dopo aver girato – con molte difficoltà – il lungometraggio “Sospeso” è ora atteso a una nuova sfida: farlo arrivare nelle sale italiane. «Ho intenzione di bussare porta per porta, ad ogni cinema d’Italia, senza arrendermi: credo che questo film meriti di arrivare in sala e mi batterò per riuscirci», ci confida
Dopo aver lavorato molti anni come attore (soprattutto) in tante fiction tv, ha co-diretto il film horror “Baby Doll” venduto sui mercati nordamericani e per la prima volta con “Sospeso” ha pensato qualcosa per il mercato italiano. «E’ una nuova sfida, anche il mio cortometraggio ‘Musicomanzia’ è molto visto all’estero, è presente su Prime anche in Giappone e Germania… Sono stato mesi negli Stati Uniti quando ho lavorato nel 2018 al progetto Ulysses: A Dark Odyssey di Federico Alotto, molti miei contatti nascono in quel periodo».
In “Sospeso” Martino è un fotografo professionista che sta lavorando con un suo collega ad un documentario sugli animali notturni, più precisamente sull’allocco, uccello rapace molto diffuso nelle foreste piemontesi. Martino parte per una ricerca nei boschi nei dintorni di Torino con la sua attrezzatura e la tenda per la notte ma, dopo il suo arrivo, scopre una lapide. Da quel momento le cose cambiano, succedono fatti inquietanti e difficili da comprendere…
«Baby Doll non ha risentito della pandemia, anzi una volta fatti i controlli ci siamo chiusi tutti, cast e troupe, in una casa in località Mozzana provincia di Lecco, ed è andato tutto liscio, in un mese e mezzo a inizio 2021 abbiamo iniziato e completato il progetto, vendendolo poi a ITN distribution. Con Sospeso le cose sono state più complicate… Eravamo a Camerano Casasco in provincia di Asti il 18 febbraio 2020 per iniziare le riprese, ma siamo stati tutti male nel giro di poco e con l’ufficializzazione del Covid abbiamo interrotto tutto per mesi. Per le restrizioni di sicurezza una volta ripartiti eravamo comunque pochi (le piccole produzioni potevano essere al massimo di 9 persone tra cast e troupe) e quindi molte riprese poi hanno avuto bisogno di essere sistemate, alcune le ho dovute tagliare del tutto e inventarmi altre idee…».
Il film finito però soddisfa molto il suo autore, nonostante tutte queste vicissitudini. «La versione finale è arrivata dopo 17 riscritture in cui è cambiato moltissimo (si chiamava “Strige” prima, ma anche “Sogno o son desto” a un certo punto): il centro del racconto è la schizofrenia di terzo livello e la distorsione della realtà al 100%. Ci sono intrecci alla Lynch, che è il mio autore preferito e che ho voluto omaggiare. Infine, devo ringraziare la Film Commission Torino Piemonte, che ci ha molto aiutato: peccato non abbia anche la forza per far arrivare i film del territorio nei cinema, ma è stata comunque preziosissima per noi».
Le prime buone notizie per “Sospeso” arrivano comunque dall’estero, con la selezione ufficiale al Wallachia international film festival. Ma è solo l’inizio.
Articolo di Carlo Griseri