TFF41 – CONCORSO LUNGOMETRAGGI

“Per questo secondo e ultimo anno la squadra di Steve Della Casa propone una selezione di film eterogenea per provenienza (dal Canada alla Corea del Sud, dall’Argentina alla Groenlandia), perfettamente equilibrata tra sguardi maschili e femminili (sette registe e sette registi), deliberatamente alla ricerca di film non chiusi nell’abituale macro-genere “cinema-da-festival”, ma capaci di offrire veri slanci di ricerca linguistica, inedite prospettive contenutistiche, forme brillanti che delineano il panorama di un cinema giovane sul serio, vitale, non seduto sul già visto.
Dalla clamorosa annata del cinema argentino (a cui dedichiamo anche un focus) arriva Arturo a los 30, commedia fuori registro, diario malinconico e geniale che forse sarebbe piaciuto ad Alain Resnais, mentre è al magistero di Wim Wenders che sembra guardare Grace, una vera e propria esperienza sensoriale radicale nel paesaggio della Russia contemporanea. Dal Canada la scoperta Soleils Atikamekw, come un controcanto a Killers of the Flower Moon di Scorsese, cinema antropologico ed estatico, colpo di fulmine che dialoga, nella sua indagine su uno scontro tra culture, con il nordeuropeo Kalak, elaborazione impossibile di un trauma privato che risuona in un colonialismo sentimentale pericolosissimo. Fiction e non-fiction si confondono in Camping du lac, gioiellino belga colmo d’ironia che potrebbe essere stato concepito dal genio di Luc Moullet, mentre teatro e thriller si fondono nell’italiano Non riattaccare, incredibile performance in solo di Barbara Ronchi in un Covid-film ad alta tensione.
Dalla Corea Birth, slow burn drammatico e acutissimo su una coppia, una gravidanza non desiderata, i confini complicati tra relazioni e carriera, mentre è francese Le ravissement, altro film che racconta con taglio originalissimo di maternità, questa volta mancata e desiderata, e di disagio psichico e sociale. Mandoob, che pare essere stato girato da un erede di Sidney Lumet, ci offre uno scorcio nuovo e problematico sull’Arabia Saudita, lontano dalle abituali narrazioni pietistiche, mentre l’ucraino La palisiada racconta la storia del proprio paese racchiudendola tra due spari, e raggiungendo una riflessione teorica sulle immagini e la Storia di grande potenza espressiva.
Due sono i film animati in selezione, a ribadire che l’animazione non è un genere ma un modo del cinema, e uno dei maggiormente liberi ed esaltanti: l’italo-francese Linda veut du poulet! sprigiona nei suoi disegni giusti e imperfetti un ritratto di donna e di bimba alle prese con un lutto, nella forma di una commedia fuori orario irresistibile e profonda, mentre l’ungherese White Plastic Sky si inventa una distopia che sa omaggiare Tarkovskij e parlare al presente di temi importanti. È un concorso che spinge verso i confini dell’arte cinematografica, e dunque verso il futuro”. (Dalla cartella stampa ufficiale del TFF41)

QUI TROVATE QUANDO E DOVE VEDERLI

ARTURO A LOS 30 / ABOUT THIRTY di Martín Shanly (Argentina 2023, DCP, 92′)
Un uomo alle soglie della maturità, un coming of age tardivo, una commedia irresistibile e inclassificabile, malinconica e cerebrale.

BIRTH di Jiyoung Yoo (Corea del Sud, 2023, DCP, 155′)
Una gravidanza inattesa spezza l’equilibrio di una coppia. Memore di Lee Chang-dong, un’analisi spietata  di sentimenti inconfessabili: egoismo, ambizione, disinteresse.

CAMPING DU LAC di Eléonore Saintagnan (Belgio/Francia, 2023, DCP, 70′)
Un campeggio vista lago come concentrato di miti e leggende. Un elogio del racconto che è anche parabola ecologica. Trasognato, come un film di Luc Moullet.

GRACE di Ilya Povolotsky (Russia, 2023, DCP, 119′)
On the road: una incredibile esperienza sensoriale attraverso le frontiere paesaggistiche, linguistiche e culturali della Russia contemporanea.

KALAK di Isabella Eklöf (Svezia / Danimarca, 2023, DCP, 125′)
Cosa cela dietro quel sorriso spento, Jan? Un trauma scioccante da elaborare, una storia scottante ambientata tra i ghiacci della Groenlandia.

LINDA VEUT DU POULET! / CHICKEN FOR LINDA! di Chiara Malta, Sébastien Laudenbach (Francia / Italia, 2023, DCP, 76′)
Un maestro dell’animazione francese, una regista da sempre fuori formato, una commedia animata a rotta di collo, anarchica, esilarante, serissima.

MANDOOB / NIGHT COURIER di Ali Kalthami (Arabia Saudita, 2023, DCP, 111′)
In una Riyad notturna, ultramoderna e poco vista al cinema, le tragicomiche vicissitudini di un fattorino, metafora di una società in cambiamento.

NON RIATTACCARE di Manfredi Lucibello (Italia, 2023, DCP, 90′)
Come l’incontro tra Locke e La voce umana: un’auto, una donna alla guida, la voce di un uomo al telefono. Una grande prova di Barbara Ronchi.

LA PALISIADA di Philip Sotnychenko (Ucraina, 2023, DCP, 100′)
Due spari, a 25 anni di distanza. E un film (giallo, a modo suo) che mostra i modi in cui la storia ufficiale viene costruita. Col fantasma della verità, ad aleggiare.

LE RAVISSEMENT / THE RAPTURE di Iris Kaltenbäck (Francia, 2023, DCP, 97′)
Celebrato come uno dei migliori esordi dell’anno, la storia di un sogno di maternità disperato, che procura brividi e tenerezza.

SOLEILS ATIKAMEKW / ATIKAMEKW SUNS di Chloé Leriche (Canada, 2023, DCP, 103′)
Quebec, 1977: cinque persone della comunità di nativi Atikamekw sono trovate morte. E restano in attesa di giustizia. Una versione intima e umanista di Killers of the Flower Moon.

WHITE PLASTIC SKY di Tibor Bánóczki, Sarolta Szabó (Ungheria / Slovacchia, 2023, DCP. 111′)
In un futuro prossimo, le persone possono scegliere di morire e diventare alberi. Tra Stanisław Lem e Miyazaki, un’animazione distopica che diventa una splendida storia d’amore.