Lucia Sapienza, catanese ma torinese di adozione per essersi formata alla Gypsy Musical Academy, interprete e autrice, sta per provare l’emozione più grande dato che il suo adattamento delle Supplici di Eschilo è stato accettato come atto unico e originale al New York Theater Festival che andrà in scena nel maggio prossimo. Prima di arrivare negli States, Lucia aveva alle spalle uno studio ventennale di pianoforte, appassionata da sempre al mondo del teatro e del teatro musicale in particolare, e con la Gypsy, dove si è diplomata nel 2020, aveva partecipato ad Italia’s Got Talent 2019 arrivando in finale insieme ai suoi colleghi grazie al Golden Buzz di Claudio Bisio. Alla Gypsy Lucia si è preparata professionalmente in canto musical style e pop, coro e armonie, danza classica, moderna, tip tap e musical style, e recitazione e teatro fisico. A New York si è diplomata a pieni voti nel 2023 all’American Academy of Dramatic Arts
Da Torino a New York per frequentare l’Accademia: quanto l’ha aiutata la Gypsy?
<Il percorso fatto in Gypsy è stato fondamentale per il successo dell’audizione di ammissione in primis ma anche nel percorso in generale che poi ho fatto negli States. Quando sono arrivata in America all’accademia io ero tra le più anziane a frequentare quei corsi, la maggior parte delle mie colleghe era appena uscita da scuola, e in particolare molte si erano appena diplomate nelle scuole americane da cui si esce un anno prima rispetto alle scuole italiane, questo mi ha un po’ disorientato all’inizio ma poi ho capito quanto questa cosa fosse a mio favore. La disciplina e la conoscenza del mio corpo a livello artistico che ho imparato in Gypsy hanno fatto sì che io fossi la versione più efficiente di me stessa, che imparassi molto più velocemente e conoscessi i miei ritmi: in ciò la Gypsy è stata fondamentale. Così come è stato fondamentale l’aiuto in fase di ammissione da parte di alcuni docenti i quali mi hanno assolutamente sostenuta, hanno avuto una fiducia enorme, e mi hanno aiutata anche con la lingua inglese: quando sono partita la mia conoscenza della lingua era alta ma la mia capacità di parlarla era assolutamente pietosa. Quindi sì, la Gypsy ha avuto un ruolo di spicco nel mio successo accademico all’American Academy of Dramatic Arts>.
Come ha fatto a conquistare i newyorkesi con uno spettacolo “classico”?
<Per me è stato un processo così naturale che faccio fatica adesso guardando indietro a individuare e distinguere le varie fasi che mi hanno portato fin qui. Devo però dire che io sono un’amante inguaribile della classicità, l’ho studiata molto e a lungo, il teatro nello specifico, e sentivo, una volta concluso il mio percorso in accademia di aver bisogno di creare qualcosa di mio, anche considerato che eravamo nel pieno di uno strike dell’industria cinematografica che si rifletteva altrettanto sul teatro. Io non sono però una scrittrice, ma siccome avevo qualcosa da dire ho usato lo strumento del teatro antico come mediatore, in un certo senso. Ho adattato, unendo le mie parole a quelle di Eschilo, e il mio messaggio a quello di Eschilo, le Supplici. Chi studia i classici sa che la letteratura antica è attuale più che mai e avevo bisogno di parlare di due cose che mi premevano in quel momento: la mia esperienza di immigrata e di donna. The Suppliant Maidens è un’opera da internazionali per internazionali, da donne per la società. Il testo è stato accettato al New York Theater Festival e a maggio il testo che ho adattato, diretto da me, interpretato da me ed un cast di donne (tutto internazionale: non americano), andrà in scena a Manhattan>.
Un consiglio che darebbe ai suoi colleghi?
<Quel che dico sempre è che la mia vita è stata salvata dai miei colleghi, dall’arte creata insieme. Sarò stata fortunata ma io negli ambienti artistici che ho frequentato sono sempre stata in grado di evitare la competitività tossica, e io sono competitiva ma sono anche abbastanza in grado di capire che l’artista è un animale sociale, lo deve essere, l’arte si fa con gli altri e per gli altri e il successo degli altri aggiunge al tuo, non toglie mai. Sostenetevi a vicenda, spingetevi l’un l’altro fuori dalla comfort zone. E se le opportunità non ci sono, createle insieme, o da soli ma per la comunità>.
I suoi miti?
<Sono tanti e crescono e cambiano come cresco e cambio io. A livello di recitazione devo assolutamente nominare James McAvoy ed Andrew Scott sia a livello teatrale che cinematografico. Poi Olivia Colman ed Emma Thompson, Sharon Horgan e Jessica Chastain. Sono assolutamente innamorata della Jamie Lloyd Company>.