Per la terza edizione della Rassegna SGUARDI D’ALTROVE sarà presentato martedì 9 Aprile ore 21.15 il film “ABDELINHO”. al cinema Fratelli Marx. Interviene alla proiezione Hanane Makhloufi, scrittrice e attivista per i diritti umani. Introduce Daniela Ricci
Grande sognatore, Abdel vive in una cittadina del Marocco barcamenandosi tra una madre prepotente e un alienante lavoro d’ufficio. Affascinato dal Brasile, Abdelinho ‒ come lo chiamano tutti in paese ‒ parla portoghese, insegna samba ed è perdutamente innamorato di Maria, eroina di una telenovela omonima. L’arrivo di un telepredicatore mussulmano integralista, che predica una sobrietà molto lontana da simili passioni, gli renderà la vita difficile, ma Abdelinho riuscirà a difendere i suoi sogni. Il film è stato premiato al FESCAAL, il Festival di cinema africano, d’Asia e d’America Latina di Milano.
Hicham Ayouch, direttore della fotografia, sceneggiatore e produttor, è nato in Francia da una famiglia di origini marocchine e tunisine. Dopo una carriera da giornalista, nel 2004 ha iniziato a cimentarsi come regista di filmati pubblicitari e istituzionali, dedicandosi poi al cinema documentario con film come Les Reines du Roi (2005) e Poussières d’ange (2007). Contemporaneamente ha debuttato nella fiction (con Tizaoul, nel 2006), raggiungendo una notorietà internazionale con il suo secondo lungometraggio, Fissures (
Un inno alla vita nella sua massima semplicità e spontaneità, ma molteplici sono le denunce sulla società e le tematiche trattate.
La storia del film si svolge ad Azemmour, un piccolo paese di provincia del Marocco. Abdelinho è un trentenne che lavora in un piccolo municipio dove il suo compito principale è quello di apporre francobolli sulle buste, in un’atmosfera molto cupa e deprimente. Il giovane è un grande sognatore, estremamente affascinato dalla cultura brasiliana, tanto da parlare perfettamente il portoghese e insegnare la samba. È perdutamente innamorato di Maria, la protagonista della sua soap opera preferita, le parla, le dichiara il suo amore e spera veramente di incontrarla e sposarla. Inutilmente la madre gli propone una serie di ragazze in attesa del matrimonio, il suo cuore appartiene a Maria. Tutti lo sanno e quando lo incontrano gli chiedono notizie della sua bella.. Lui si è costruito un capanno pieno di fiori e di colori e una grande parabola per poterla vederle meglio e meglio interloquire con lei.
Grazie a Maria, Abdelinho vive felice, nonostante sotto i suoi occhi passino tante ingiustizie, tanta corruzione. Un giorno la magia si avvera e i due finiscono per parlarsi attraverso lo schermo televisivo!
Questa nuova vita segue il suo corso, fino all’arrivo di Amr Taleb, un tele predicatore straniero, un’affascinante star star del mondo arabo-musulmano, che non tollera ciò che descrive come dissolutezza morale… Segue poi una serie di avventure, battaglie tra amore e tutto ciò che gli estremisti non accettano. Seguono giorni bui, molti rapporti si capovolgono, ma alla fine l’amore trionfa, come nelle belle favole.
Tutto è narrato con un tono surreale, sopra le righe, coloratissimo, spesso grottesco, ma molto divertente, a cominciare dal primo siparietto che apre il film, dove stanno seduti in fila tanti disoccupati e ogni tanto uno di loro viene prelevato da un’autoambulanza.
Molto divertente l’immagine della famiglia di Abdelinho, con le sorelle tutte uguali e la terribile madre, sempre con i rigodi in testa, che vuol fare sposare ad ogni costo suo figlio con una ragazza marocchina e vediamo le tante candidate in fila, numerate, per cercare di convertire l’innamorato di Maria.
E buffo è il falso profeta dal volto e dalla voce affascinante, che non pensa ad altro che accomunare ricchezza e potere, mentre incanta le folle.
Il film è soprattutto un inno alla vita nella sua massima semplicità e spontaneità, ma molteplici sono le denunce sulla società e le tematiche trattate, poiché il regista, Hicham Ayouch, “castiga ridendo mores”.
Innanzi tutto l’effetto di plagio dei media, il protagonista che confonde la realtà con la finzione e la madre irretita dal predicatore fasullo. Il concetto di identità e la corruzione contro cui lotta l’eroica Maria e di cui è vittima Adelinho nel suo lavoro. E più di ogni altro il fanatismo religioso, che purtroppo rispecchia fedelmente un’attuale, drammatica realtà.