Cinemambiente 27: il concorso documentari

Il Concorso documentari del Festival Cinemambiente presenta quest’anno 8 titoli che spaziano tra realtà e temi eterogenei attestando quanto ormai la crisi ambientale sia pervasiva e sia avvertita in ogni angolo del mondo nelle sue molteplici manifestazioni: dagli estremi climatici ripresi ovunque, ormai, in diretta con i cellulari, alle specie che rischiamo di perdere definitivamente, al movimentismo di base che tenta di salvare il salvabile.

The Here Now Project (mercoledÏ 5 giugno, ore 22:00, Cinema Massimo – Sala Cabiria), dei registi e produttori Jon Siskel e Greg Jacobs ‒ vincitori di un Emmy Award e autori del pluripremiato Louder than a Bomb ‒ è un diario visuale degli effetti dei cambiamenti climatici visti con gli occhi delle persone comuni che ne sono state vittime e testimoni e che li hanno ripresi con i loro cellulari a partire dal 2021, anno cruciale di eventi estremi in ogni parte del mondo. Dalla Germania al Brasile, dalle città alle zone più remote, dalle strade di Brooklyn alle foreste della Siberia, un succedersi ininterrotto di incendi, inondazioni, tempeste – particolarmente devastanti in contesti sociali e strutturali impreparati all’emergenza – attesta che ciò che era stato previsto cinquant’anni fa dai climatologi sta accadendo qui e ora e coinvolge tutti. Presentato al World Economic Forum di Davos 2024, il film, senza didascalie e senza voce fuori campo a raccordare le sequenze, lascia che siano le immagini dal mondo a suonare l’allarme per chi, in altri punti del Pianeta, ancora considera le conseguenze del riscaldamento globale come fenomeni lontani da sé nel tempo o nello spazio. La proiezione sar‡ seguita da un incontro online con i registi.

Rhino Man (venerdì 7 giugno, ore 21:30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di John Jurko II, Matt Lindenberg e Daniel Roberts, storia vera di eroi moderni, è dedicato a quegli uomini coraggiosi impegnati ogni giorno in Sudafrica, a rischio della vita, contro la caccia di frodo che rischia di portare all’estinzione i rinoceronti. Protagonista del film è Anton Mzimba, capo ranger della Riserva di Timbavati ucciso nel 2022 dai bracconieri. Anche per il cordoglio espresso pubblicamente dal principe William, la sua morte ha riacceso l’attenzione internazionale sul commercio illegale dei corni di rinoceronte, valutati al mercato nero più della cocaina, e su coloro che, oggi, sacrificano la propria vita per salvare una specie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Lui è Jiří Svoboda, fisico esperto in scienza dei materiali, che ha un’idea per salvare il Pianeta. Lei è sua figlia, Marta Kovářová, mamma e musicista, autrice di The World According to My Dad (mercoledì 5 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), nato con lo scopo di verificare sul campo se la soluzione paterna ‒ una carbon tax globale con proventi divisi tra tutta la popolazione mondiale ‒ potrebbe funzionare o meno. I due quindi decidono di partire insieme e di andare in giro per il mondo a sentire l’opinione di esperti, ambientalisti, attivisti, politici, finendo per fare incursioni in luoghi in cui spesso non sono né attesi, né graditi. Dal tinello di casa ai grandi forum internazionali, il diario del “viaggio con papà” si snoda con humor attraverso le differenze caratteriali tra i due protagonisti e i meandri del potere che decide chi può parlare, dove e con quali argomenti. Al termine della proiezione gli studenti di EACT – Laboratorio di  Comunicazione Ambientale del Corso di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, Università di Torino, dialogano con la regista e il protagonista del film.

Anche Los ̇Utimos (venerdì 7 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Sebastián Peña Escobar, è un film “on the road” con un’originale coppia protagonista: il caustico entomologo tedesco Ulf Drechsel e l’arguto ornitologo paraguaiano Jota Escobar. Scortati dal regista, i due intraprendono un viaggio in auto nella zona paraguaiana del Gran Chaco, la più grande regione verde americana dopo la foresta amazzonica, il cui ecosistema è minacciato dall’incessante deforestazione e dai continui incendi dolosi appiccati dagli allevatori di bestiame. Dallo scorrere del paesaggio scaturisce un dialogo con i due esperti in cui le osservazioni naturalistiche si mescolano con quelle antropologiche e filosofiche sulla natura del comportamento umano, la realtà del cambiamento climatico e il futuro della nostra specie. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista. Con Nuked (giovedì 6 giugno, ore 21.30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), il regista canadese Andrew Nisker – già in passato ospite del Festival – ci riporta indietro nel tempo, alla seconda metà degli anni ’40, all’atollo di Bikini, primo paradiso contaminato dai test nucleari statunitensi destinati a protrarsi per oltre un decennio nelle Isole Marshall. Film che inizia dove il pluripremiato Oppenheimer finisce, il lungometraggio alterna materiali d’epoca inediti, ritrovati negli archivi militari americani, ad interviste agli abitanti delle isole ‒ ancora costretti alla diaspora ‒ mostrando le conseguenze delle detonazioni nucleari sul territorio e sul destino della popolazione locale anche a quattro generazioni di distanza. Ricostruzioni e testimonianze svelano le verità nascoste dietro le versioni ufficiali diffuse dal governo degli Stati Uniti su uno dei capitoli salienti della Guerra fredda e su una storia del passato che, oggi, rischia di tornare attuale. La proiezione sarà seguita da un incontro con il regista.

In The Battle for Laikipia (sabato 8 giugno, ore 21:30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Daphne Matziaraki e Peter Murimi, il fenomeno del land grabbing si interseca con gli sconvolgimenti del cambiamento climatico e con la complessità dei retaggi coloniali. Il film è girato nella contea keniota di Laikipia, per secoli territorio di pascolo per le greggi dei pastori indigeni, a cui, durante la dominazione inglese, si sono affiancati insediamenti di allevatori bianchi, tuttora presenti. Frutto di due anni di riprese, il film documenta in tempo reale gli effetti della persistente siccità sulle due comunità, tra le quali la progressiva diminuzione delle risorse rinfocola antiche tensioni. La proiezione sarà seguita da un incontro con Maya Craig, produttrice del film.
Once Upon a Time in a Forest (sabato 8 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), della pluripremiata regista Virpi Suutari, è una moderna fiaba green ambientata nello scenario incantato delle foreste finlandesi di conifere ‒ uno dei grandi polmoni verdi d’Europa ‒ minacciate da attività di disboscamento sempre più intense. Per salvaguardarle, si è mobilitato un gruppo di giovani e giovanissimi, che il lungometraggio segue nell’impari battaglia contro i giganti dell’industria del legno e un sistema politico convinto dell’irrinunciabile centralità dello sfruttamento forestale per l’economia del Paese. Caratterizzato da riprese di rara suggestione, che immergono lo spettatore nel cuore della foresta, il film è un’ode alla magnificenza della natura e ai suoi protettori, espressione di un movimentismo di base in crescente diffusione soprattutto tra le nuove generazioni in ogni angolo del mondo. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista.

Anche Lonely Oaks 1250 (Vergiss Meyn Nicht, giovedÏ 6 giugno, ore 19:30, Cinema Massimo – Sala Cabiria), di Fabiana Fragale, Kilian Kuhlendahl e Jens Mhlhoff, ci porta in una foresta, quella di Hambach, nella Germania occidentale, diventata uno dei simboli internazionali delle battaglie ambientali. Occupata da dieci anni dagli attivisti che, arroccati in case sugli alberi, si oppongono agli ulteriori disboscamenti pianificati dalla compagnia RWE per ampliare la miniera di superficie di lignite, l’antica foresta ‒ gi‡ ridotta dai 60 chilometri quadrati originali ai 7 attuali ‒ fu nel 2018 teatro di un tragico incidente. Nel corso di un’operazione di sgombero della polizia, lo studente di cinema Steffen Meyn cadde da un albero, perdendo la vita. Il film è basato sulle riprese da lui effettuate per due anni con una videocamera 360° fissata sul casco, che documentano, in una prospettiva personale, l’occupazione della foresta e l’impegno di attivisti disposti a rischiare la vita per proteggere l’ambiente. La proiezione sarà seguita da un incontro con la regista Fabiana Fragale.