A quarantacinque anni dal primo capitolo della saga Alien e a pochi mesi dall’uscita nelle sale italiane di Alien: Romulus, s’inaugura sabato 5 ottobre 2024 – e sarà aperta al pubblico fino al 16 febbraio 2025 – al Mastio della Cittadella di Torino la mostra Beyond Alien: H.R. Giger, dedicata all’arte poliedrica di Hans Ruedi Giger: un grande omaggio a uno degli artisti più affascinanti e controversi del secondo Novecento, che presenta la più ricca collezione di opere del maestro esposte in Italia dopo la sua morte e offre un percorso unico di avvicinamento al suo mondo visionario e gotico, popolato da cyborg, mostri e spietate creature biomeccaniche di paurosa bellezza. “Ho sempre voluto che il mio alieno fosse qualcosa di estremamente bello, di estetico. Un mostro non è solo qualcosa di disgustoso, ma può avere anche una sua bellezza. Può muoversi con grazia e può essere sinuoso”.
Era il 1979 quando sui grandi schermi di tutto il mondo debuttò Alien, il film-capolavoro di Ridley Scott premiato con l’Oscar per gli effetti visivi, che vide per la prima volta protagonista l’attrice Sigourney Weaver nel ruolo di Ellen Ripley e che consegnò alla storia del cinema, del mondo videoludico e delle arti visive l’icona dalla bellezza terrorizzante del sanguinario extraterrestre xenomorfo. Il design si basava su Necronom IV, inquietante e surreale litografia di H.R. Giger, un artista svizzero allora ancora poco conosciuto al grande pubblico. Il regista, ammaliato dalle sue creazioni intrise di orrorifica sensualità e plasmate da elementi biomeccanici, gli affidò nella più completa libertà la progettazione di creature, astronavi e paesaggi del pianeta Acheron (LV-426).
E l’immaginario del fantastico cambiò per sempre.
In mostra oltre settanta pezzi originali tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, oggetti di design e video provenienti dal Museo H.R. Giger, diretto da Carmen Giger, vedova del maestro, in un viaggio espositivo antologico che permetterà di immergersi nel conturbante universo dell’artista, di coglierne l’evoluzione attraverso alcune delle opere più iconiche e di approfondire aspetti meno conosciuti del suo lavoro. Diverse le sezioni della mostra ispirate agli ambiti più importanti nei quali Giger ha sviluppato la sua arte creativa e la sua influenza: il cinema, la musica, il surrealismo e l’orrore cosmico.
Nella sezione dedicata al cinema sono esposte le opere che hanno contribuito a creare il mito del ciclo di Alien, ma anche quelle eseguite per il mai realizzato primo adattamento di Dune, progetto epico del regista cileno Alejandro Jodorowsky. L’uso dell’acrilico con la tecnica ad aerografo era già diventato il marchio distintivo dei suoi “biomeccanoidi”, opere cupe e suggestive che fondevano elementi organici e meccanici; e sebbene il film non sia mai stato girato, alimentando comunque una sorta di culto per l’incompiuto, lo storyboard che ne fu realizzato rivela l’impressionante contributo dell’artista nella progettazione di astronavi, personaggi e creature come i celebri vermi giganti del pianeta Arrakis. È grazie a Dune che Giger incontra Dan O’Bannon, sceneggiatore di Alien con Ronald Shusset, con cui lavorerà pochi anni dopo.
La musica è un altro elemento fondamentale nell’opera di Giger che realizzò le copertine di numerosi dischi di musicisti e band come Debbie Harry, Emerson – Lake & Palmer, Magma, Dead Kennedys, gli italiani Pankow e molti altri. Un’importante tematica analizzata in questa esposizione è il surrealismo, che Giger ha contribuito a ridefinire in termini contemporanei. La mostra intende infatti indagare il senso di straniamento tipico di questa corrente artistica surrealista e strettamente connesso all’orrore cosmico: la filosofia letteraria sviluppata dallo scrittore H.P. Lovecraft, che Giger ha trasformato in immaginario visivo, creando atmosfere perturbanti che seducono e spiazzano al tempo stesso.
“H.R. Giger è stato uno dei creatori più suggestivi e attraenti degli ultimi tempi, la cui opera suscita un enorme fascino nei diversi settori artistici dell’underground. È stato un artista dalla personalità contrastante che ha sviluppato negli ultimi quattro decenni un’Opera molto personale e di grande impatto visivo e simbolico. Il suo universo è interamente oscuro, grazie a un particolare surrealismo, abietto e sontuoso, meccanico e anatomico, capace di incutere terrore e ammirazione allo stesso tempo. Giger, con il suo stile unico, è diventato uno dei maggiori rappresentanti dell’arte visionaria e fantastica del XX secolo e nonostante il riconoscimento nella cultura pop, la sua opera ha avuto una scarsa approvazione negli ambienti istituzionali ed è significativamente assente dai libri di storia dell’arte. Questa importante retrospettiva è quindi un’occasione per interrogarsi sul posto che dovrebbe avere l’opera di un artista che ha influenzato e influenzerà ancora a lungo la cultura contemporanea tutta”. Marco Witzig, curatore della mostra.
“L’arte di H.R. Giger è una fusione unica e a tratti inquietante di elementi dell’horror, del gotico e della fantascienza, che ha lasciato un’impronta indelebile in molteplici settori. Ha avuto un impatto duraturo sul cinema. Il suo design per il film ‘Alien’ ha stabilito nuovi standard nel genere dell’horror e della fantascienza, influenzando generazioni di registi, designer e artisti specializzati in effetti speciali. Il suo impatto si riflette in opere che esplorano i confini della tecnologia, della biologia e della coscienza umana, contribuendo a plasmare il paesaggio culturale contemporaneo. Questo allestimento vuole essere un’indagine approfondita sull’artista svizzero, un regalo unico per tutti gli appassionati del genere e una preziosa scoperta per coloro che non lo conoscono, esplorando la sua ricca biografia, il contesto storico in cui ha operato e le sue influenze artistiche distintive”.
Navigare srl, azienda leader in Italia per la produzione, l’organizzazione e l’allestimento di mostre d’arte e multimediali.
L’esposizione è presentata da Navigare s.r.l, in coproduzione con Glocal Project e ONOarte; è a cura di Marco Witzig massimo esperto internazionale di Giger; si avvale del rapporto con il Museo H.R. Giger, creato dall’artista stesso nel 1998 nel Castello di St. Germain a Gruyères in Svizzera; ha il patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Torino ed è realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema con alcuni incontri alla Mole Antonelliana e un ciclo di proiezioni al Cinema Massimo.