Il Premio Stella della Mole del Lovers Film Festival 40 è stato assegnato all’attore e produttore scozzese Alan Cumming, che ha portato all’evento torinese il suo film più recente, “Drive back home“, diretto da Michael Clowater. «Si tratta un piccolo film, da sostenere, e per questo sono qui: è stato molto difficile per me da fare, non ho mai patito così tanto freddo in vita mia! Una storia basata sulla famiglia del regista, un film per lui molto personale ed era importante rispettarlo e dare il massmo. Sono onorato di questo premio, davvero».
Da sempre attivo nella lotta per i diritti della comunità LGBTQI*, Cumming non si tira indietro quando si parla di commentare la situazione attuale negli Stati Uniti. «Io vivo tra New York e la Scozia, sono due esperienze molto diverse. A New York c’è una bolla molto diversa dal resto degli Stati Uniti, una bolla progressista, ma di certo vivere negli Stati Uniti ora è un incubo, specie per la comunità LGBT, specie per i trans, specie per le persone di colore: è terrificante quello che succede. Sono fortunato ad avere la Scozia, un posto in cui rifugiarmi quando voglio. Sono preoccupato che vivere negli Stati Uniti possa diventare più difficile negli USA».
La carriera di Cumming è davvero unica, tra film di supereroi e per famiglie, teatro impegnato e piccole produzioni indipendenti. «Riguardandola ora all’indietro, credo di essere come “inciampato” in un film dopo l’altro, non avevo una strategia, tra film piccoli e grandi, ora presento anche un reality negli USA e dirigo un teatro in Scozia… Dico sì senza pensarci troppo a tutte le cose che ritengo giusto fare, così ho vissuto in tanti Paesi e fatto tante esperienze. La mia ecletticità fa riconoscere questo lato di me, ora mi vengono proposti anche ruoli originali e particolari perché vengo ritenuto una persona aperta a ogni possibilità, che può capirli. Negli USA per questo non sanno etichettarmi, e io amo molto tutto ciò».
Tra i tanti credits di una lunga carriera, spicca il ruolo del concierge in “Eyes Wide Shut” di Stanley Kubrick. «Amavo Stanley! Siamo rimasti amici fino all’ultimo… La mia è una piccola scena ma ho dovuto fare molti provini, più volte e in più Paesi. Poi mi hanno preso ma mi davano appuntamento per le riprese dopo due mesi, poi dopo cinque mesi, poi all’improvviso avevo due settimane sole per iniziare… quando sono arrivato sul set gli altri lavoravano già da un anno, erano distrutti. Conoscevo già Tom Cruise, e mi sono presentato a Kubrick dicendogli: “Hello Stanley, I’m Alan”. Mi ha subito freddato urlandomi che non ero americano. Gli ho risposto senza indugio che lo sapevo bene! Lui contestava che nelle registrazioni che aveva visto lo ero… beh Stanley, è proprio questo essere attori. Ma nella mia mente ho pensato: Fuck you Stanley! Dopo tutto quello che ho fatto e ho dovuto aspettare mi accoglieva così? Lui è rimasto molto impressionato dalla mia reazione e questo è stato il segreto: se ti facevi vedere intimidito ti sovrastava. Se una persona ti stimola è fantastico questo mestiere: è stata una bellissima esperienza per me, grande nella mia vita».
Dopo oltre vent’anni Cumming si appresta a tornare nel mondo degli X-Men, nel ruolo di Nightcrawler che aveva interpretato nel 2003 nel secondo film della saga, nel prossimo Avengers: Doomsday. «Sono scioccato e sorpreso come tutti dalla notizia. Che dire: mai dire mai! Mi piace in generale ritornare alle esperienze già fatte. Non sono mai stato un grande fan della Marvel ma quel film mi era piaciuto: di certo non farlo, era stato un incubo sul set e ne ho un brutto ricordo. Ho iniziato a fare boxe a 60 anni per tornare nella parte, mi diverte, non pensavo di riuscire a farcela. I fratelli Russo che lo dirigono conoscono la mia brutta esperienza precedente e sono molto protettivi, sento calore intorno a me».
Prima dei saluti, c’è il tempo ancora per una orgogliosa dichiarazione patriottica: «La Scozia è molto diversa dal resto della Gran Bretagna, io sono decisamente a favore della nostra indipendenza e sono fiducioso che avverrà presto, magari già dopo le prossime elezioni. Quel giorno ritorneremo di corso nell’Unione Europea».
Articolo di Carlo Griseri