Nuovo appuntamento di DIALOGHI IN CORSO con un incontro/dibattito con ospiti dal titolo FLAMING CREATURES. La recitazione nel cinema hard che si terrà mercoledì 16 ottobre alle ore 20.30 nella Sala Eventi della Bibliomediateca.
A partire dalla presentazione del recente libro Recitare il porno. Il sesso e il corpo performante di Clarissa Smith,
la serata proporrà una riflessione sul cinema hard e in particolare
sull’importanza, spesso sottovalutata, della recitazione: un confronto a
più voci inteso a liberare il porno dai luoghi comuni e dai facili
pregiudizi che ne impediscono spesso l’analisi.
Intervengono Silvia Bianco (attrice), Carlo Bonbaffo (PR, manager), Antonella Del Lago (attrice), Davide Ferrario (regista), Omar Galanti (attore), Giovanna Maina (University of Sunderland), Federico Zecca (Università di Udine). Modera l’incontro Marco Grifo (Museo Nazionale del Cinema).
A seguire proiezione di Guardami di Davide Ferrario, (Italia 1999, 95’, col.) Interpreti: E. Cavallotti, F. Insinna, S. Orsola Garello.
Cosa s’intende con il termine “recitare” quando si parla di
pornografia? Le attrici (e gli attori) porno recitano? La concezione del
porno come mera documentazione del sesso ha da sempre fugato ogni
possibile dubbio al riguardo. Questo volume, piuttosto che limitarsi a
considerare il sesso hardcore alla stregua di una proprietà “inerte” del
processo filmico (o, viceversa, condannarlo come una forma di
violenza), sceglie di esaminare la scena sessuale nelle sue
caratteristiche performative. Per dimostrare che, nel porno, un attore
(e, a maggior ragione, un’attrice) in realtà compie un lavoro molto più
complesso di quanto non siamo portati a credere. (Da Recitare il porno di Clarissa Smith)
“Il mio film più onesto e coraggioso, per me anche il più bello
(quantomeno, quello a cui sono più affezionato). E’ anche quello che ha
fatto incazzare tutti, a destra e a sinistra. E’ la storia di Nina, una
pornoattrice, che – come Moana Pozzi – si ritrova un cancro addosso. Nel
film c’è del sesso vero, orge e set porno, ma ci sono anche le corsie
di ospedale, le chemioterapie e tutto il resto. Il cortocircuito tra
malattia e porno ha fatto saltare i nervi a molti ma è la vita ad essere
così spudorata, così umanamente “impossibile”. Mi dispiace soprattutto
che nel giudicare il film ci si sia limitati all’epidermide (in senso
letterale); vorrei che lo si potesse riscoprire per quello che è in
quanto cinema.” (Davide Ferrario)
Ingresso libero fino esaurimento posti, previo tesseramento gratuito
alla Bibliomediateca e presentazione di un documento d’identità.