Il nuovo cinema Massimo: dalle poltrone ai film, uno sguardo al futuro prossimo

Estate di lavori al cinema Massimo, chiuso fino al prossimo 28 agosto per riaprire rinnovato nella proposta e anche nei suoi arredamenti.

Riapriremo con molte novità”, spiegano Stefano Boni e Grazia Paganelli, programmatori della multisala del Museo Nazionale del Cinema. “Cominciando dalle poltrone, che sono state tutte rinnovate“.

La gara per fornire i sedili su cui i cinefili torinesi guarderanno i film nei prossimi anni è stata vinta dalla ditta veneta Caloi, attiva nel settore dal 1922 e tra le leader nel settore.
La scelta è ricaduta sul modello Comfort V, color grigio scuro, per un investimento complessivo pari a 135.000 euro. Così sono le nuove poltrone che presto impareremo a conoscere: tessuto Mirage, struttura e schienale in multistrati di faggio imbottito e rivestito; sedile ribaltabile; numeri ricamati in argento.

Il modello Comfort V di Caloi

Cambia – anche se sensibilmente – il numero dei posti a sedere, anche per l’adeguamento alle nuove direttive di sicurezza: la sala Cabiria passa da 454 a 450 posti (più 4 spazi dedicati ai disabili motori, due in più rispetto a prima), le sale Rondolino e Soldati da 147 a 146 (più due – prima era uno solo).
Un totale di 742 nuove poltrone, in corso di installazione in questi giorni agostani.

Cambiando le poltrone abbiamo provveduto anche a rinnovare il parquet della nostra sala grande, che è stato grattato e riverniciato. Completeremo anche il fissaggio dell’impianto audio ‘ereditato’ dalla mostra Soundframes, che è già usato nella sala da alcuni mesi ma verrà definitivamente sistemato. In futuro speriamo di poter mettere mano all’imbiancamento delle pareti e magari al rinnovamento delle tappezzerie, ma per ora siamo già molto contenti così“.

E le vecchie poltrone? La maggior parte è stata buttata, ormai inservibile, ma oltre 200 sono state donate al carcere di Bollate che le installerà nella propria sala cinematografica interna. Il riuso dei vecchi sedili era infatti una delle voci cui era assegnato un punteggio nella gara di assegnazione del lavoro pensata dal Museo.

Alla riapertura gli spettatori del cinema Massimo godranno di altri benefici, anche se meno visibili: la sala Rondolino (ex-sala 2) verrà dotata di un proiettore fisso dedicato ai sottotitoli, come già da tempo sono la sala Cabiria e Soldati (ex-sale 1 e 3). E poi, notizia già trapelata ma decisamente importante, un cambiamento nella tipologia di film proposti.

La sala Cabiria rimarrà dedicata ai grandi film di prima visione, come è sempre stato“, aggiunge Boni. “La sala Soldati resterà quella della cineteca, ma la sala Rondolino cambierà: abbiamo pensato di dare spazio a tutti quei film, sempre più numerosi, teoricamente inseriti nel ‘normale’ circuito distributivo ma poi, nella realtà, troppo spesso invisibili a Torino, o mal programmati. Abbiamo già accordi con molte distribuzioni indipendenti e speriamo di aggiungerne altri per una multiprogrammazione di qualità”.

Tra le distribuzioni già coinvolte segnaliamo Mariposa, Lab80, la torinese Reading Bloom, Valmyn. “Quest’ultima, che collabora con il cinema Stensen di Firenze, porterà in sala Rondolino a metà settembre Antropocene, vincitore all’ultimo Cinemambiente. Con la distribuzione Tucker abbiamo in programma, sempre a settembre, la loro iniziativa K-Cinema. Il fascino (in)discreto della Corea del Sud, negli stessi giorni in cui programmeremo anche in sala Soldati una retrospettiva dedicata al cinema di Park Chan-wook“.

La riapertura del cinema Massimo è fissata per giovedì 29 agosto. Questa la programmazione prevista per la prima settimana: in sala Cabiria “Mademoiselle” di Park Chan-wook, in sala Rondolino doppia scelta con “L’ingrediente segreto” (vincitore del Bergamo Film Meeting e distribuito da Lab80) e “L’ospite” di Duccio Chiarini (che sarà in sala mercoledì 4 per incontrare il pubblico), in sala Soldati l’avvio di una retrospettiva pensata per celebrare i 25 anni di “Pulp Fiction” con alcuni film ispiratori del capolavoro di Quentin Tarantino.

Contiamo i giorni.