Sergio Toffetti |
Presentato questa mattina il PREMIO SERGIO AMIDEI numero 38, atteso a Gorizia dal 18 al 24 luglio.
Uno dei principali riconoscimenti del festival, il Premio alla Cultura Cinematografica, è tradizionalmente assegnato a coloro che non si sono limitati alla propria area ma hanno costituito un punto di riferimento trasversale per la cultura cinematografica contribuendo alla creazione e alla maturazione di istituzioni ed esperienze innovative e fornendo strumenti scientifici, editoriali, produttivi e divulgativi per il bene del cinema. Attribuito negli anni passati a Vieri Razzini, Irene Bignardi, Hollywood Party, Associazione 100Autori, I ragazzi del Cinema America, Paolo Mereghetti, il Premio alla Cultura Cinematografica 2019 verrà assegnato a Sergio Toffetti – attualmente Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino, membro del comitato scientifico di Rai Teche, tutor di produzione per il Centro Sperimentale di Cinematografia – Animazione – che ha dato con grande costanza e intelligenza un significativo contributo istituzionale, culturale e divulgativo alla cultura cinematografica nel momento di transizione mediale e culturale del cinema dal vecchio al nuovo millennio, dall’analogico al digitale. Il recupero della memoria e del patrimonio cinematografico come snodo centrale della “produttività” e creatività italiana del Novecento (artistica, sociale, economica) permea la lunga carriera e le molteplici attività di Toffetti.
Con questa motivazione: Sergio Toffetti, laureato in Filosofia con una tesi di Estetica, ha dato con grande costanza e intelligenza un significativo contributo istituzionale, culturale e divulgativo alla cultura cinematografica nel momento di transizione mediale e culturale del cinema dal vecchio al nuovo millennio, dall’analogico al digitale. Fin dagli esordi, ha operato lungo più media (la radio e la televisione; l’editoria, il cinema) e dispositivi culturali (riviste, festival, musei, archivi, università, associazioni di riferimento). Intensa e di eccellenza è stata ed è tuttora l’attività per gli archivi: dapprima come responsabile del dipartimento film del Museo Nazionale del Cinema, poi come vice-direttore e conservato della Cineteca Nazionale di Roma. La sua attività di riscoperta non si è limitata al canone ma ha investito il campo dei film di genere e dei dimenticati del cinema italiano e del cinema underground e sperimentale che ha diffusamente valorizzato e sostenuto. La capacità di sguardo verso un cinema non canonico ha avuto poi la sua massima realizzazione e carica innovativa nella concezione e apertura dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa di Ivrea, dedicata al cinema industriale e più in generale nontheatrical del cinema italiano, sotto l’ombrello istituzionale del Centro Sperimentale di Cinematografia. La sua attività di curatela e valorizzazione non si è limitata al cinema italiano ma si è estesa anche al cinema europeo e nordamericano (la nouvelle vague francese, il nuovo cinema tedesco, Kubrick, Ford, Vidor), testimonianza ne è l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Placche Accademiche attribuitagli dalla Francia.