“Disco Ruin” di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto è uno dei sei titoli in competizione per Panoramica Doc del Glocal Film Festival numero 20, in programma dall’11 al 15 marzo su Streeen.org. Ne parliamo con Lisa Bosi.
Come possiamo presentare il vostro lavoro?
Il nostro è un viaggio in una ipotetica notte che dura 40 anni. Siamo andate in giro per tutta Italia, partendo dai ruderi e abbiamo raccontato quello che è successo dagli anni ’60 fino a fine anni ’90 nel mondo notturno.
Lo abbiamo fatto provando a ribaltare un po’ il punto di vista che di solito si usa quando si parla di discoteche, che troppo spesso sono alla ribalta sui media solo per le stragi del sabato sera, per le droghe… Ecco, qui abbiamo voluto ribaltare il punto di vista dandone una visione completamente nuova. Invitiamo il pubblico a fare questo viaggio un po’ come dentro un sogno: queste persone vivevano una realtà altra, si sono create un mondo parallelo.
Volevamo raccontare ciò che succedeva da un punto di vista più intimo, più interno: come si creavano durante queste notti le connessioni tra la musica, l’arte, l’arte performativa, la moda? Era una bella commistione.
Molti dei luoghi che visitate non esistono più: qual è la situazione della scena ora?
Molti ci chiedono se è morto tutto o no. La risposta che do io è no, penso che sia la risposta che avrebbe dato anche Claudio Coccoluto, uno dei personaggi che ci ha guidato in questo viaggio e che purtroppo è venuto a mancare pochi giorni fa.
Semplicemente queste cattedrali nel deserto, queste discoteche enormi sono come astronavi che non esistono più, e non troveranno più un collocamento nell’oggi. Però la scena del clubbing non è assolutamente morta: questa musica, che possiamo chiamare semplicemente “dance”, è ancora ai primi posti delle classifiche nel mondo. Le cose sono cambiate perché ci sono ora grossi festival, molto all’avanguardia, e poi trent’anni dopo quel boom qualcosa è andato storto con i tanti soldi che giravano e la fatica di gestire un successo improvviso.
Inserire altre arti nel clubbing più puro potrebbe essere la strada giusta, ma io non ho soluzioni. La gente avrà però sempre bisogno di momenti di evasione dalla settimana lavorativa, quello era la discoteca, e credo servirà sempre.
Perché uno spettatore dovrebbe guardare “Disco Ruin”?
Soprattutto chi ha odiato la discoteca lo deve guardare! Per quattro generazioni è stata al centro delle nostre vite, protagonista del movimento giovanile più importante di sempre: provate a guardarla da un altro punto di vista, quello che vi proponiamo noi.
Questo è il viaggio visionario che vogliamo farvi fare, abbandonatevi con noi nelle notti italiane!