“Un divano a Tunisi” all’Arena Monterosa per il Psicologia Film Festival

L’Associazione Sinestesia con il patrocinio del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino e Biblioteca di Psicologia F. Kiesow, in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema organizza la seconda proiezione del 12° Psicologia Film Festival venerdì 23 Luglio alle 21,30 all’Arena Monterosa di via Brandizzo 65 con il film “Un Divano a Tunisi” di Manele Labidi Labbé. Presenta Dalia El Brashy.

La proiezione è all’aperto con ingresso a pagamento fino ad esaurimento posti: biglietti acquistabili online http://www.teatromonterosa.it/

 

Con l’intento di promuovere il cinema indipendente e di stimolare il confronto su temi relativi alla psicologia, l’individuo, la società, l’antropologia e la filosofia della mente, prosegue il progetto del Psicologia Film Festival, giunto alla dodicesima edizione.

Il Film

Selma è una giovane psicanalista franco-tunisina, single e indipendente, cresciuta a Parigi dove ha completato gli studi e ha abbracciato lo stile di vita europeo, tra jeans, tatuaggi e tagli di capelli sbarazzini. Dopo la fine della Primavera Araba e l’esilio del presidente Ben Alì, decide di tornare in terra natìa, a Tunisi, per esercitare la sua professione.
Un divano a Tunisi è un caleidoscopio sgargiante e caotico di umanità confusa e problematica, in un periodo storico di profonda crisi che si riflette sull’incertezza esistenziale dei suoi personaggi.

La regista

Manele Labidi è nata a Parigi da genitori tunisini. È una scrittrice e regista, tra i suoi cortometraggi si ricordano “Días de cine” (1991) e “Une chambre à moi” (2018). Un Divano a Tunisi è il suo primo lungometraggio, candidato al premio Cesar, vincitore del Premio del Pubblico del Festival di Venezia (2019).

Presenta

Dalia El Brashy, laureata in psicologia clinica e di comunità dall’Università di Torino. Svolge attività di ricerca come borsista nell’ambito dell’empowerment di comunità. Da diversi anni lavora come mediatrice culturale per la fondazione Mamre, che si occupa di sostegno psicologico a famiglie immigrate.