“Il silenzio grande” di Alessandro Gassmann

La ricca famiglia Primic si trova costretta a vendere la grande Villa in cui vive da anni, in cui i due figli sono cresciuti, in cui il capofamiglia Valerio ha scritto tutti i suoi libri, alla base della loro fortuna. Ma da troppo tempo non c’è nulla di nuovo, e il declino economico è giunto inesorabile.

Sembra fin troppo legato al passato, a quel luogo e al suo significato, il “grande” Valerio Primic. Le lamentele della moglie, le confidenze private che il figlio e la figlia in tempi separati rilasciano tra le quattro mura del suo studio lo smuovono ma non lo scuotono. Non vuole (o non può?) cambiare nulla, lo status quo è imprescindibile per lui. E poi, sembra proprio che nessuno in casa lo ascolti, a parte l’anziana cameriera…

Alessandro Gassmann dopo il successo in teatro porta al cinema un testo di Maurizio de Giovanni, riservandosi un piccoloe  simpatico cameo ma lasciando il centro della scena a Massimiliano Gallo, ottimo inteprete troppo spesso relegato a parti minori. La natura teatrale del testo resta evidente, la parola scritta (in tutti i sensi) è al centro de “Il silenzio grande” ma non appesantisce la visione, che sa anzi regalare colpi di scena narrativi che avvincono lo spettatore. Interessante il lavoro sulla fotografia e sulle musiche. (Articolo di Carlo Griseri)

LA SCHEDA

Diretto da Alessandro Gassmann
Nazionalità: Italia
Anno: 2021
Durata: 106′
Genere: Drammatico
Cast: Massimiliano Gallo, Marina Confalone, Margherita Buy, Antonia Fotaras

Sinossi. Villa Primic, un tempo lussuosa dimora, ora scricchiolante magione che sembra uscita da un racconto di fantasmi, è stata messa in vendita. Una decisione dolorosa, presa dalla signora Primic, Rose, e condivisa a dai due eredi della fortuna dilapidata della famiglia, Massimiliano e Adele: l’unico che non è affatto contento è il capofamiglia, Valerio, che scoprirà di non aver mai davvero conosciuto i suoi cari e, forse, nemmeno se stesso, fino a raggiungere l’amara consapevolezza che vivere non significa essere vivi.