Una giornata al cineteatro Baretti “Da Tunisi a Torino”

Mercoledì 15 dicembre 2021,  dalle ore 15.00 alle ore 23.00, il CineTeatro Baretti di via Baretti 4, a Torino, ospita Da Tunisi a Torino, alla ricerca della libertà. Il paradosso della detenzione amministrativa, un appuntamento con tre panel pomeridiani a ingresso libero e la proiezione serale del film Benzine di Sarra Abidi (Tunisia, 2017, 90′) con ingresso a 5 euro

Tramontata la rivoluzione e la speranza del cambiamento, la Tunisia è piombata in un incubo economico, istituzionale e sanitario. La crisi e la repressione imperversano, spingendo decine di migliaia di persone a fuggire dal Paese. La richiesta di libertà che infiamma le piazze scuote anche i C.P.R. italiani, dove sono reclusi centinaia di cittadini tunisini. Molti sono partiti come profughi da un Paese in guerra, quasi tutti sono diretti a Nord. Trattenuti in un sistema feroce e irrazionale, vivono una doppia oppressione e l’autolesionismo dilagante ne è la rappresentazione più violenta. Sono migliaia di voci, gesti e corpi che smentiscono la retorica, ormai diventata legge, della Tunisia come Paese sicuro. E che denunciano la collaborazione tra le autorità tunisine e italiane per i rimpatri accelerati.

Programma

15.00 Panel 1 – A day in Tunisia

Il 25 luglio 2021 il presidente Kais Saied ha sciolto il Governo e congelato il Parlamento. L’iniziativa, condivisa da parte dell’opinione pubblica ma giudicata un colpo di Stato da molti osservatori, segna il culmine di una crisi sulla quale è deflagrata la pandemia da Covid-19. A dieci anni dalla rivoluzione dei gelsomini, il Paese che ha battezzato la Primavera araba è in caduta libera. Ne discutono Majdi Karbai (parlamentare tunisino) e Samia Ben Amor (mediatrice culturale), modera Claudia Pretto (UniDolomiti). Intermezzo: incontrare i movimenti migratori tramite la danza. Con Paula Fraschia (attivista sociale), Andrea Rampazzo (dance artist) e Innocent Oboh (musicista).

17.00 Panel 2 – Le responsabilità di Roma a Bruxelles

Con il decreto legge del 4 ottobre 2019 l’Italia ha designato la Tunisia quale Paese di origine sicuro. Ma sotto un’apparenza democratica la situazione è disastrosa: collasso istituzionale, corruzione pervasiva, impunità, diseguaglianze e poteri illimitati al presidente e alla polizia. A fronte del fallimento di un Paese intero, non cambia il diktat della politica migratoria italiana ed europea: deterrenza e rimpatri. Ne discutono Martina Costa (Avocats Sans Frontières), Barbara Spinelli (ASGI) e Bilel Mechri (avvocato);  modera Ulrich Stege (ASGI, International University College Torino). Intermezzo: incontrare i movimenti migratori tramite la danza. Con Paula FraschiaAndrea Rampazzo Innocent Oboh.

19.00 Panel 3 – La doppia oppressione

La metà delle persone trattenute nei C.P.R. e la quasi totalità di quelle rimpatriate dall’Italia sono tunisini. È il risultato dell’aumento degli arrivi e, soprattutto, della collaborazione, rinnovata nell’estate del 2020, tra le autorità dei due Paesi. Nonostante le denunce, le polemiche, le morti, il sistema dei C.P.R. continua a mietere vittime. Come spezzare il circolo vizioso? Ne discutono Monica Cristina Gallo (Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Torino) e Yagoub Kibeida (Mosaico); modera Carla Lucia Landri (Asgi).

21.30 Proiezione del film Benzine di Sarra Abidi (Tunisia, 2017, 90′).

Salem e Halima non hanno notizie del loro unico figlio che è partito per l’Italia. Dopo mesi di silenzio, cominciano a circolare voci contrastanti. Che fine ha fatto il loro ragazzo? Il film parla degli itinerari della gioventù tunisina che vive precariamente, dei genitori che lottano in silenzio e del destino di una regione fortemente emarginata. Introduce Valentina Noya(Associazione Museo Nazionale del Cinema). Iniziativa inserita tra le attività del progetto Channels of Solidarity promosso da Mosaico Refugees e  sostenuto da Open Society Foundations.

Ingresso libero per i panel; ingresso a 5 euro per il film delle 21.30.