Mercoledì 9 marzo alle ore 20,30 secondo appuntamento con il cinema nel rinato Maffei di via Principe Tommaso 5: il regista Fabiomassimo Lozzi presenta in sala il suo documentario CORPI LIBERI di Fabiomassimo Lozzi (2021, 97′).
Maggio 2018: 50 anni dopo il ’68, un evento eccezionale ha luogo nella più grande università europea: Prisma collettivo studentesco LGBTQIA+ della Sapienza organizza il primo Pride universitario. La lotta al patriarcato si fonde con quella anticapitalista nel loro comunismo queer. Come Greta Thunberg, gli studenti di Prisma fanno parte di una generazione che esige sempre più ad alta voce un radicale cambiamento della nostra società. Ingresso 5 euro con tessera Arci.
Spiega il regista: “Sono venuto a conoscenza dell’attività di Prisma per puro caso, poche settimane prima che avesse luogo il primo Pride studentesco all’Università di Roma La Sapienza. Se mi avessero detto, anche pochi giorni prima, l’effetto che avrebbe avuto su di me sapere che nell’università in cui ho vissuto, più di trenta anni fa e per più di cinque anni, esisteva oggi un collettivo LGBTQI+ che stava organizzando il primo pride universitario italiano, non ci avrei creduto. E invece sono stato profondamente commosso dall’entusiasmo, dall’impegno, dalla militanza e dall’idealismo di quest* ragazz*, che mi hanno conquistato a tal punto da offrire loro il mio contributo andando a girare del materiale audiovisivo, come documentazione di un momento secondo me storico, in puro spirito di solidarietà“.
“Io sono cresciuto – e mi sono formato – sull’onda del 1968: la rivolta studentesca, la liberazione sessuale, il femminismo, le prime rivendicazioni omosessuali e tutto quel movimento in avanti iniziato in quegli anni (il divorzio, l’aborto, il riconoscimento del cambio di sesso…), li ho vissuti come un’indicazione della vita a venire, erano i segnali di un futuro che credevo alle porte. Noi eravamo l’avvenire, un avvenire che infrangeva tutte le convenzioni, le istituzioni, i perbenismi e le ingiustizie della società borghese in nome dell’amore universale.
Gli ultimi trent’anni, per moltissimi versi, hanno invece segnato una regressione: il contraccolpo della società maschilista e patriarcale catto-borghese iniziato negli anni ottanta in reazione a questi avanzamenti di idee e persone nuove, è diventato una vera e propria controriforma. La società del futuro, quel nuovo mondo in cui era l’utopia a andare al potere – e non il capitale – non si sono mai realizzati“.