Videoessay Film Festival Edizione 2022 al cinema Massimo

Che cosa è un videoessay? Un nuovo modo di esplorare, conoscere e studiare i film, nato e diffusosi in rete presso studiosi, appassionati, critici, che usa il linguaggio del cinema (le immagini e i suoni) per parlare del cinema, sia con intenti ludici che scientifici.

Il Videoessay Film Festival, realizzato da Fondazione Cinema per Roma e dal MAXXI, curato da Andrea Minuz e Mario Sesti, giunto alla terza edizione, è il primo festival interamente dedicato a questa nuova forma critica e linguistica. Mercoledì 21 settembre alle ore 20.30 serata speciale al Cinema Massimo con la presentazione dei vincitori di alcune edizioni e la presenza di Mario Sesti che integrerà la proiezione dei videosseay con una sorta di masterclass su le “istruzioni per l’uso” su tecniche, innovazioni e forme di evoluzione di questo nuovo genere al confine tra cinema e critica.

I videoessay possono usare un singolo aspetto, minuto o secondario o nascosto, per mettere in luce una forma una idea, un tratto poetico biografico personale nello sguardo di un autore, nella natura di un genere, nella espressività di una tecnica. La loro forza è anche quella di integrare la critica e l’ermeneutica con una intensificazione emotiva che appartiene all’esperienza dello spettatore non meno che a quella dello studioso. Si può usare la voce, o anche il corpo, (o il desktop del computer) dell’autore del saggio, per guidare e accompagnare il viaggio/manipolazione all’interno di un film un autore un genere: l’uso del suono, la sostituzione della musica, il voice over ne sono un tratto fondamentale come lo split screen, l’immagine mosaico, l’uso di cartelli. In questo modo la figura del critico acquista chance di empatia e prossimità analoghe a quelle di un narratore in un libro o un film, come dimostra il rivolgersi diretto allo spettatore di molti autori di videoessay. Questi ibridano forme caratteristiche del trailer, della videoarte, del documentario e spesso generano un “controtempo”, accelerano o rallentano, dilatano o comprimono le immagini, il loro ritmo e la timeline, al fine di fornire l’evidenza di ciò che la voice over intende mostrare o dimostrare. I frammenti di film che vengono rimontati evocano un senso svincolato dal film che connette lo spettatore con una interpretazione del testo, una mappatura del senso soggiacente alla storia, una rilevazione di concatenamenti testuali tra espressione e contenuto del film. Come scrive Andrea Minuz, i videoessay stabiliscono con gli utenti “un patto che potremmo semplificare così: ti mostro la mia bravura ad interpretare e riformulare il discorso del film che ho scelto di studiare, al fine di insegnarti a guardare e proporti un fare interpretativo immediato ed empirico, che potresti riprodurre a tua volta”.