Martedì 2 maggio alle 19 al cinema Fratelli Marx è in programma l’anteprima torinese del documentario di Lorenzo Moscia “Nel nome di Jerry Conlon“. Il biglietto costerà 8€ intero, 6 ridotto.
Gerry Conlon è stato il protagonista di uno dei più clamorosi errori giudiziari nella storia del Regno Unito. Insieme ad altre tre persone, venne arrestato e condannato all’ergastolo per l’attentato dell’IRA del 1974 a un pub di Guildford, vicino Londra, in cui morirono cinque persone e sessantacinque rimasero ferite. Di lì a poco, altre sette persone furono arrestate perché ritenute complici, e tra questi il padre di Conlon, Giuseppe, fermato mentre si recava a Londra per assistere il figlio. I “Quattro di Guildford” (oltre a Conlon, Paul Hill e Paddy Armstrong di Belfast e una donna inglese, Carole Richardson) dovettero attendere fino al 1989 perché la Corte di Appello riconoscesse la loro innocenza.
Da quel momento, Conlon diventa un attivista per i diritti umani noto in tutto il mondo. Questo duro viaggio all’interno di uno dei più clamorosi e scandalosi errori giudiziari della storia del Regno Unito percorre la strada più intima delle testimonianze dirette di quanti sono stati vicini a Gerry Conlon: le sue sorelle, il suo avvocato, gli amici del pub e i volontari dell’associazione. Una testimonianza, più delle altre, balza allo spettatore per la sua intensità e la sua forza: l’ultima intervista di Gerry Conlon, raccolta fortuitamente dal regista Lorenzo Moscia. Lorenzo ha avuto la possibilità di conoscere Gerry due mesi prima della sua morte, mentre era a Belfast per il reportage fotografico “Belfast new hanger” , sulle tensioni ancora esistenti tra nazionalisti e indipendentisti. Commosso dal racconto di quest’uomo incredibile, Lorenzo si è trovato a registrare molto più di un’intervista: un vero e proprio testamento spirituale.
Spiega il regista Lorenzo Moscia: “Come molti, ho conosciuto la storia di Gerry Conlon nel 1993 grazie al film Nel nome del Padre. Per anni coltivai il sogno segreto di incontrarlo ma l’occasione mi si presentò solo nel 2012, quando sono ritornato in Europa dopo lunghi e intensi anni vissuti in Cile lavorando come fotoreporter. Mi stavo guardando intorno alla ricerca di storie e mi ricordai di Conlon. Mi bastò qualche ricerca tra amici giornalisti irlandesi per risalire al suo cellulare, e dopo poco partii per Belfast: Gerry aveva accettato di incontrarmi per un’intervista di un paio d’ore in un pub“.