“La Versione di Anita” di Luca Criscenti è in programmazione nei cinema torinesi, accompagnato per l’anteprima mercoledì 7 giugno al Cinema Centrale dal regista Luca Criscenti e dalla co-autrice, la storica Silvia Cavicchioli. Il film-documentario (difficile trovare una definizione soddisfacente) racconta la storia di una donna unica, coraggiosa, imprevedibile, Anita Garibaldi, che ha vissuto una vita avventurosa, ha combattuto battaglie cruciali per la libertà dei popoli in due continenti.
Nel nostro immaginario però è finora rimasta sempre legata al marito: il lavoro di Criscenti è un interessante e innovativo progetto che mantiene finalità didattiche ma non rinuncia alla spettacolarità e a una scrittura brillante che sa coinvolgere e appassionare chi guarda.
Il film è in programmazione al cinema Fratelli Marx tutti i giorni fino a mercoledì 14 giugno alle 16 e alle 19.30 e al cinema Centrale giovedì, sabato e domenica alle 17.45
“C’è una ragione sentimentale per cui ho voluto raccontare questa storia – ha spiegato il regista – ed è la mia infanzia romana: sono nato vicino al Gianicolo (dove si trova una statua equestre intitolata ad Anita, NdR) e mio nonno mi portava spesso a passeggiare lì. Di Anita sapevo poco o niente, lo ammetto, poi un amico mi ha segnalato il libro di Silvia, “Anita. Storia e mito di Anita Garibaldi“, un saggio storico teso che mi ha colpito perché racconta le fonti storiche certe, le leggende e le falsità su di lei. Insieme a lei e a Daniela Ceselli abbiamo scelto di dare la parola ad Anita (interpretata con grande carisma e aderenza da Flaminia Cuzzoli, NdR), ci siamo presi questa responsabilità per ribaltare il punto di vista classico“.
Silvia Cavicchioli ha aggiunto di aver cercato di dare “una chance a un personaggio molto stereotipato, di scomporla e di ricostruire una verità su di lei e su ciò che rappresenta ancora oggi. E’ un simbolo o no? E’ stata usata da persone molto diverse nel tempo con scopi molto diversi… Ringrazio Luca per il lavoro molto scrupoloso che ha fatto, secondo me ha avuto delle meravigliose intuizioni, ha inventato “marchingegni” su cui ha rischiato molto“.