Ragionando sui numeri del Torino Film Festival 41

Dopo aver pubblicato il comunicato ufficiale dei dati, eccoci puntuali al commento.

I DATI UFFICIALI DEL TORINO FILM FESTIVAL 41

Stupisce che siano inferiori a quelli del 2022, in diverse categoria. Spiace (era stato promesso diversamente un anno fa, ma alcune cose sono forse state inevitabili) che le categorie siano un po’ diverse quindi non è semplice neanche stavolta fare un parallelo con le precedenti. Abbiamo intanto aggiornato la tabella.

RIEPILOGO DATI ANNUNCIATI DAL 2010 A OGGI

Niente di clamoroso, sia chiaro, ma la sensazione girando per le sale era diversa. I dati dell’edizione 2023, che ha visto (per scelta della direzione) un giorno di programmazione cinematografica in meno con l’inizio delle proiezioni da sabato 25 novembre, sono i seguenti: 44.114 presenze complessive, di cui 35.114 spettatori per gli eventi a pagamento con un’occupazione media delle sale cinematografiche del 53,62%.

L’incasso totale è salito da 151 a 165mila euro, le presenze complessive però sono scese perché un anno fa erano state quasi cinquantamila (di cui 37mila a pagamento).

Anche la percentuale di occupazione delle sale è difficile da comparare, essendo un dato mai fornito prima (se non in termini generali), mentre sono sicuramente migliorati (da 600 a 641mila) gli utenti sui canali social.

Meno persone ma più incassi (senza abbonamenti, anche con lo sconto dei carnet, la spesa per ogni “singolo” spettatore che guardasse più film era maggiore, inevitabilmente): il festival è in salute, come detto da Della Casa in chiusura di evento, ma questi numeri fanno riflettere e devono essere considerati in vista dell’inizio di una “nuova era” (quella di Giulio Base) che parte con molte incognite (in attesa dei primi annunci ufficiali) e molta curiosità.

(Piccola legenda: nel grafico trovate dei dati in corsivo: sono quelli che non sono stati dati al termine dell’edizione, ma solo l’anno dopo per paragonarli. Quando invece trovate due numeri, diversi, uno dei quali in corsivo, è perché l’anno dopo sono stati dati numeri differenti… ma non indaghiamo troppo)

Articolo di Carlo Griseri