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Micaela Ramazzotti e Paolo Virzì a Torino |
Prima tappa italiana, dopo la prima al Festival di Cannes, per “La Pazza Gioia” di Paolo Virzì è stata Torino, al cinema Massimo, dove una sala gremita ieri ha tributato al regista e ad una delle due protagoniste (Micaela Ramazzotti) un lunghissimo applauso a fine proiezione. Un Virzì visivamente soddisfatto è quello che incontra la stampa locale il mattino successivo: “Mi ha appena chiamato una delle produttrici del film – ha detto – e mi ha comunicato i risultati del box office, siamo secondi solo a Captain America, che è però uscito in molte più copie di noi e ha una media per sala inferiore. Un risultato eccezionale, siamo molto contenti”.
“È un film sui confini incerti: l’idea di questo road movie con due pazzerelle come protagoniste – ha rivelato Virzì – mi è venuta durante la lavorazione de Il Capitale Umano. Un giorno sul set è venuta a trovarmi mia moglie, Micaela, e mentre io stavo girando una scena ho visto da lontano Valeria Bruni Tedeschi, ancora negli eleganti abiti di scena del film, che la accompagnava verso il catering attraversando un terreno fangoso. L’immagine di queste due donne belle, insieme, che per mano attraversano un campo appoggiandosi l’una all’altra mi ha conquistato, e ho scritto un raccontino di una dozzina di pagine con una storia pensata per loro.Valeria è nella vita molto simile al suo personaggio, Micaela è un camaleonte disposto a diventare chiunque altra”.
Il feeling tra le due attrici è fenomenale. “Non conoscevo Valeria prima del film – ha confidato Micaela Ramazzotti – e sinceramente non ricordo neanche quell’incontro di cui parla Paolo! È stato molto utile per noi che il film venisse girato in senso cronologico, i nostri due personaggi hanno così avuto il tempo di conoscersi meglio, come noi. Siamo molto simili, e andavamo di pari passo con gli eventi: se sullo schermo litigavamo, anche sul set stavamo poi lontane, e così via. È stato molto bello lavorare con lei, è stata fantastica”.
Sui titoli di coda è segnalata la legge che porterà alla chiusura in Italia degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari. “I film e documentari di denuncia non sono nelle mie corde – ha spiegato Virzì – ma questo è un tema, quello della psicopatologia, a cui tengo moltissimo, e come me anche Francesca Archibugi che ha co-sceneggiato il film. Sono molto attratto da questo argomento, dai pazzerelli, così come dai perdenti, dalla figure fragili e indifese: non so bene perché, forse perché sono così anche io… Mi è piaciuto pensare un posto come la comunità del film, simile ad alcune che per fortuna esistono davvero, in cui gli stessi pazienti sono felici di rimanere. Gli OPG sono posti obbrobriosi, aboliti dalla nostra legge ma ancora attivi in alcuni casi per mancanza di alternative: mi è piaciuto immaginare una realtà altra e possibile”.
“Ci abbiamo messo, cuore, passione, spudoratezza”, prosegue il regista. “Raccontiamo due persone non facili da amare, anzi: una è arrogante, tiranna, logorroica e insopportabile; l’altra si porta dietro un segreto atroce da ‘mostro’. Una cosa buffa e triste che ho notato dopo Cannes è che solo in Italia alcuni giornalisti hanno svelato questo segreto nei loro articoli, nel resto del mondo c’è stato molto più rispetto verso uno spoiler antipatico…”.
Quali ispirazioni ci sono in questo film? “Un po’ di tutto, inevitabilmente, Tutto ciò che abbiamo visto e letto finisce nei nostri lavori. E quindi c’è Pirandello e Milos Forman, non c’è ‘Thelma & Louise’ come alcuni hanno detto e soprattutto c’è Cervantes! I media spagnoli a Cannes me lo hanno riconosciuto e mi hanno emozionato: il viaggio di questo film è quello di una pazza visionaria come Don Chisciotte con dietro la ‘sua’ versione di Sancho Panza!”.
Infine, Micaela Ramazzotti ha spiegato come ha lavorato sul suo personaggio: “Paolo ama disegnare, e per questo ruolo è partito da un quadro di Schiele, molto bello. Ne ha fatto una versione con il mio viso, una donna chiusa, tutta muscoli, nervosa, coi capelli tagliati male (i miei li ha ‘perfezionati’ lui stesso con un trinciapollo una sera a casa!) e con gli occhi tristi. Una delle battute più belle del film del mio personaggio è proprio quando si descrive come una ragazza ‘nata triste’: è tutto lì”.